Attualità

23 maggio 2022

30 anni dopo Capaci la Mafia è ancora una realtà con cui fare i conti

Trent’anni fa la strage di Capaci.

Con 500 kg di tritolo Cosa nostra fa esplodere un tratto dell’autostrada A29 che collega Palermo con Mazara del Vallo per uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Una voragine enorme si apre all’altezza di Capaci e inghiotte il corteo della scorta con a bordo il giudice, la moglie e gli agenti di Polizia, sistemati in tre auto blindate. Oltre al giudice, muoiono altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ventitré furono invece, i feriti.

A trent’anni di distanza per Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL dobbiamo purtroppo prendere atto che la Mafia è ancora una realtà con cui fare i conti: “Per molti versi - dice - non siamo stati in grado di cambiare il nostro futuro, dobbiamo constatare che le mafie si sono rafforzate, cambiando semplicemente volto. Ma resta valida ancora oggi l'importanza di promuovere la cultura della legalità partendo dalle scuole. Come Federazione Lavoratori della Conoscenza ci impegniamo anzi a fare di più, tornando a praticare l'antimafia in maniera militante, mettendo in collegamento le scuole e i movimenti per la legalità. Questo sarà un impegno della organizzazione che rappresento, affinché questa commemorazione non passi tra fiumi di retorica e luoghi comuni."

E l’importanza del lavoro nelle scuole per sconfiggere la cultura mafiosa ci viene riportata dal segretario regionale della FLC CGIL Sicilia Adriano Rizza, che alla vigilia delle commemorazioni per il trentesimo anniversario della strage ricorda: “Ci sono quartieri nelle nostre città in cui la scuola rappresenta uno dei pochi spazi, se non l’unico, di crescita civile e di emancipazione dalla cultura mafiosa. In questi quartieri difficili il personale scolastico fa un grande lavoro, nonostante sia costretto spesso ad operare in strutture inadeguate e in mancanza di strumenti e risorse”.

Per combattere le mafie è ancora una volta fondamentale rimettere la scuola al centro dell’agenda politica del Paese, aumentare su tutto il territorio il tempo scuola, in classi accoglienti ed efficienti, che accolgano meno alunni per classi. E, non ultimo, riconoscere con un giusto salario il lavoro prezioso del personale scolastico. Solo così quest’anniversario potrà diventare un impegno e non una semplice commemorazione, un impegno quotidiano per promuovere una vera cultura antimafia a partire dai bambini e dalle bambine del nostro Paese.

L'autore

Manuela Colaps