Attualità

08 marzo 2022

Il cambiamento climatico è anche un problema di genere

Questo 8 marzo punta i riflettori sull’uguaglianza di genere per un futuro sostenibile.

Come si accostano questi due temi? Uomini e donne sono colpiti diversamente dal cambiamento climatico, soprattutto in aree con condizioni socio-economiche difficili. L’analisi approfondita realizzata dal Parlamento Europeo evidenzia i molti modi in cui la disuguaglianza di genere rende il cambiamento climatico più difficile da sopportare per le donne. A farne le spese sono soprattutto le comunità più vulnerabili e marginalizzate, a cominciare dalle donne che nel Sud del mondo convivono quotidianamente con siccità, ondate di calore e inondazioni. Fenomeni estremi che stanno spingendo al limite la capacità degli ecosistemi di reagire agli shock che si susseguono senza tregua e minacciano la sicurezza alimentare di milioni di persone.

Le donne rappresentano il 70% dei poveri del mondo (1,3 miliardi di persone) e dipendono in misura maggiore per il proprio sostentamento dalle risorse naturali. Nei paesi a basso reddito il 50% delle donne è impiegato nel settore agricolo ma meno del 15% possiede la terra che lavora.

Le donne, in molti paesi in via di sviluppo, hanno il compito di procurare l’acqua per la famiglia. La siccità rende questo compito più arduo: le ragazze sono costrette ad andare sempre più lontano per trovare l’acqua e per questo devono ad esempio rinunciare ad andare a scuola.

Le donne sono ancora molto spesso incaricate del lavoro di cura. Con l’aumento delle temperature o in caso di disastri, una maggiore diffusione delle malattie significa anche più lavoro per loro e più rischi di ammalarsi. Le donne incinte sono poi particolarmente a rischio in caso di diffusione di malattie. E visto che le donne si prendono cura degli altri, dei bambini e degli anziani nelle loro famiglie, mettono la vita degli altri davanti alla propria e sono vittime in numero superiore in caso di disastri naturali. Il ruolo tradizionale della donna in alcune società può anche significare che le donne non abbiano avuto l’opportunità di imparare a nuotare o che gli abiti che devono portare impediscano loro i movimenti in caso di fuga da un immediato pericolo.

Il cambiamento climatico nei suoi effetti più estremi spinge le popolazioni a migrare per la mancanza, di cibo, lavoro o acqua. Donne e ragazze migranti sono più vulnerabili alle violenze sessuali e spesso i loro bisogni sanitari non sono rispettati. Anche le spose bambine sono un effetto collaterale del cambiamento climatico. Infatti le famiglie ricorrono al matrimonio delle figlie ancora piccole come meccanismo di sopravvivenza.

Ecco perché garanzia di futuro sostenibile e lotta alle disuguaglianze di genere sono temi così tanto legati. Temi su cui è necessario intervenire, spiegandone alle giovani generazioni l'urgenza. Spiegando loro che la rotta si può ancora invertire. 

L'autore

Vincenza Fanizza