Attualità

24 agosto 2021

Covid e ritorno alla normalità. Quale autunno ci aspetta?

Isola d’Elba - Tra i tanti virologi, medici, esperti che, in questi ultimi due anni, ci hanno aiutato a comprendere la pandemia, Andrea Crisanti, microbiologo, accademico e divulgatore scientifico italiano, professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova, si è sempre distinto, da tutti, per il suo modo di fare chiaro e diretto. Lo ha fatto anche questa volta, in questa intervista.

Quale autunno ci aspetta?

Nessuno ha poteri divinatori ma l’autunno che ci aspetta dipende, fondamentalmente, da tre fattori: dal numero delle persone che si vaccinano (e su questo si può fare molto, nel senso che possiamo indurre a vaccinarsi le persone che hanno ancora paura), dalla durata della protezione, che ancora non conosciamo, e quindi se la protezione dura soltanto sei mesi, in autunno ci saranno milioni di persone non protette e poi il terzo fattore è rappresentato dall’incognita della possibilità che si sviluppino nuove varianti, resistenti al vaccino, come la variante delta, che ha già dimostrato di infettare anche chi è vaccinato. Sono questi tre fattori che incideranno sull’autunno.

Ci sarà la terza dose?

E’ ancora tutto da decidere sulla terza dose perché è una procedura fuori protocollo. E’ necessario che si pronuncino l’Ema e gli Enti regolatori. Aspettiamo di vedere che cosa succede in Israele perché qui hanno iniziato a fare la terza dose. E questo ci farà capire quale problema dobbiamo affrontare.

Cosa si può fare per riaprire la scuola in sicurezza?

Per riaprire la scuola in sicurezza si poteva fare molto e invece si è fatto molto poco. Le misure che hanno messo in campo l’anno scorso erano inadeguate e questo è stato dimostrato dai fatti. Ora l’unica arma che abbiamo è il vaccino. E’ chiaro che più persone si vaccinano e più la scuola è in sicurezza. Io penso comunque che, anche se la trasmissione dei contagi dovesse aumentare, l’ultima cosa da fare è quella di chiudere la scuola perché un terzo anno di didattica a distanza sarebbe veramente troppo. Ci sono mille altre cose che si possono chiudere, prima della scuola. Quest’anno abbiamo la vaccinazione che, sicuramente, da sola non basta per eliminare la trasmissione dei contagi, ma comunque ha un impatto importantissimo sulla trasmissione e questo ci dovrebbe consentire di tenere aperte le scuole per l’intero anno scolastico.

Lei è favorevole ai vaccini per i bambini?

Il problema è il rapporto rischi-benefici. Se si guarda agli effetti collaterali del vaccino, è stato documentato che sono tutti effetti reversibili. Detto questo, rimane il fatto che i bambini non si ammalano di covid. E’ chiaro quindi che il rapporto rischi-benefici della vaccinazione è proprio al limite a favore dei benefici. Quindi bisogna parlare chiaro ai genitori perché la vaccinazione va intesa come un atto di generosità nei confronti degli altri, va fatta con lo scopo di carattere sociale per tentare di arrivare all’immunità di gregge. I bambini non possono decidere. Perciò ai genitori vanno dette le cose come stanno e saranno poi loro a prendere la decisione giusta. E anche per gli adolescenti sono valide le stesse considerazioni.

Che cosa pensa del green pass?

Penso che il green pass sia uno strumento molto potente per indurre le persone a vaccinarsi ma non è uno strumento di sanità pubblica, nel senso che un ambiente dove tutti hanno il green pass non è un ambiente sicuro, certo è un ambiente certamente più sicuro di quello dove le persone non hanno il green pass, ma non è totalmente sicuro perché anche le persone vaccinate possono infettarsi e trasmettere il virus.

Oltre ai vaccini, perché la ricerca non si concentra anche per trovare i farmaci capaci di sconfiggere il virus?

Ci sono investimenti giganteschi proprio sulla ricerca di farmaci.

Ma oggi, oltre ai monoclonali, non è stato ancora trovato un farmaco capace di debellare il virus?

I monoclonali non servono a niente, non hanno più effetto contro le varianti. Ci sono, però, molti farmaci in sviluppo. Quindi io sono abbastanza ottimista. Bisogna aspettare ancora un paio di anni per avere farmaci efficaci.

In questo momento, in Italia, stanno aumentando tantissimo i contagi. Quali le cause?

La mancanza di misure di contrasto: non usare la mascherina, assembramenti, contatti continui. Questo determina i contagi, anche in presenza di vaccinati.

Ci saranno altre pandemie?

Le pandemie ci sono sempre state. Ad esempio, nel 1340, la metà della popolazione, in Europa, è stata spazzata via dalla peste. Poi, negli ultimi quaranta anni, abbiamo avuto l’HIV, la SARS, la MERS, solo per citarne alcune. Ogni volta che l’uomo entra in contatto con animali o nicchie ecologiche che lo espongono a nuovi virus, aumenta la possibilità di nuove pandemie. Le pandemie ci sono sempre state e ci saranno ancora.

Cosa si può fare per prevenire le pandemie?

L’unica cosa che si può fare è quella di avere più rispetto per la natura e per l’ambiente perché più invadiamo nicchie ecologiche nuove e più esponiamo noi stessi a contatti con nuovi virus. La pandemia è il risultato di uno sfruttamento inappropriato della natura e delle risorse dell’ambiente.

L'autore

Vincenza Fanizza