Cultura

23 maggio 2022

“Una  lettera d’amore” per salvare il cinema Odeon di Firenze

FIRENZE – La notizia che il Teatro-Cinema Odeon, dopo cento anni di storia, chiuderà per riaprire, qualche mese dopo, con una nuova veste e una nuova identità, ha colto la città di sorpresa. Infatti l’Odeon, realizzato nel palazzo quattrocentesco dello Strozzino, da Alfonso Coppedè e Marcello Piacentini, e che conserva nella sua integrità la decorazione anni Trenta con sculture di Bernardo Marescalchi e Antonio Maraini, è sempre stato, da decenni, una sala storica che aveva una funzione culturale ben precisa nella città. Il Cinema Odeon, infatti, non solo ha ospitato attori e star internazionali, artisti e letterati in diverse manifestazioni, ma è stato anche la sede, tra il 2008 e il 2016, dei più importanti Festival di Cinema della città durante la “50 giorni di Cinema a Firenze”. L’idea che l’Odeon, carico di storia, diventi una libreria-cinema con bar, ristorante e altre funzioni, non convince, soprattutto se si pensa alla fine che hanno fatto altre sale cinematografiche come il Fulgor, Astra e Astra 2, il Gambrinus e indietro nel tempo tante altre. Perciò ben presto è nato un vero e proprio movimento di opposizione da parte di intellettuali, registi, attori, scrittori, operatori culturali, appassionati di cinema, cittadini comuni. Tutti stanno esprimendo i loro dubbi e le loro perplessità. E’ stato, perciò, lanciato questo appello, su Change.org, da parte di Leonardo Bigazzi, appello definito dallo stesso Bigazzi “una lettera d’amore” per salvare l’Odeon. L’appello ha già raggiunto un numero considerevole di firme. Ecco l’appello:

Al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani
Al Sindaco di Firenze Dario Nardella
Alla proprietaria e direttrice del Cinema Odeon Gloria Germani
All’Amministratore delegato della Giunti Editore Martino Montanarini
Al Soprintendente ABAP, Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato Andrea Pessina

Come operatori culturali e del cinema della città di Firenze desideriamo esprimere tutta la nostra preoccupazione per il progetto “GIUNTI-ODEON” che ha annunciato l’apertura di una libreria e di un bar ristorante nei locali del cinema di Piazza Strozzi. Una “veste nuova” che prevede la trasformazione del Cinema in una "struttura polifunzionale" con "l’ambizione di essere una delle più belle librerie del mondo con tutte le arti mescolate insieme e non in ambienti separati”. Il progetto architettonico di sviluppo di Giunti-Odeon è affidato allo Studio Benaim.

Riteniamo che Firenze non possa permettersi di veder ridimensionata o, peggio, snaturata, la più importante sala storica rimasta nel centro della città. L’Odeon è un cinema che per decenni è stato il fulcro della nostra cultura cinematografica e ancora oggi è una delle sale più frequentate.  Dal 2008 al 2016 è stato la casa dei più importanti Festival di Cinema della città durante la “50 giorni di Cinema” a Firenze. Per molti di noi è stato, ed è ancora, un luogo indispensabile di socialità, ricerca, crescita culturale e professionale.

Vedere un film nella sala cinematografica è un’esperienza collettiva magica ed irrinunciabile. Un rito in cui l’estetica e la struttura architettonica del cinema hanno un ruolo fondamentale. Ciascuno di noi conosce l’enorme differenza tra vedere un film in una sala neutra di un multi-sala o al Cinema Odeon, con il fascino del suo ambiente monumentale déco, le colonne intarsiate, le grandi sedie di velluto, le mezze luci prima della proiezione che illuminano la vetrata della cupola. Inserire in quest’ambiente degli elementi commerciali o delle strutture contemporanee vorrebbe dire alterare irrimediabilmente questi equilibri, che sopravvivono immutati da 100 anni.

Siamo coscienti che sussistono dei vincoli strutturali e di destinazione sul Cinema Odeon, ma conosciamo fin troppo bene come questi in altri casi siano stati purtroppo aggirati. Ne è un esempio l’ex Cinema Gambrinus in Piazza della Repubblica, tragicamente trasformato in un ristorante per turisti. Non possiamo e non vogliamo rimanere in silenzio di fronte a questo rischio, poiché i dettagli delle modifiche previste dal progetto “GIUNTI-ODEON” non sono stati ancora resi pubblici.

Fiduciosi della serietà e reputazione dei soggetti privati coinvolti, vogliamo quindi fare un appello affinché questi garntiscano pubblicamente che l’integrità e l’estetica della sala saranno rispettate, che la platea e la galleria non saranno alterate o ridimensionate, e che non saranno inserite nella sala strutture che ne modifichino il fascino, l’identità storica e la funzione cinematografica. Chiediamo infine alle Istituzioni Pubbliche che siano subito avviate iniziative di confronto con la proprietà e i suoi partner sul progetto “GIUNTI-ODEON” verificando che queste condizioni siano rispettate e garantite.

Conosciamo le gravi difficoltà del settore culturale e cinematografico, molti di noi le affrontano faticosamente tutti i giorni. Ma non possiamo rischiare di perdere l’identità di un simbolo della cultura fiorentina, qual è il Cinema Odeon. Lo dobbiamo a noi stessi e alle generazioni future.

Primi firmatari (in ordine alfabetico):

Silvia Alessandri
Annalena Aranguren
Marcella Anglani
Luca Berni
Leonardo Bigazzi
Federico Bondi
Maria Bonsanti
Maurizio Busia
Barbara Caponi
Massimo Carotti
Bruno Casini
Lisa Chiari
Duccio Chiarini
Giovanni Cioni
Lea Codognato
Enrico Colle
Chiara Damiani
Viviana Del Bianco
Ester Di Leo
Luca Dini
Carlo Falciani
Franca Falletti
Roberto Ferrari
Enzo Fileno Carabba
Drusilla Foer
Daniela Giuliano
Gianluca Gori
Ornella Grassi
Tuccio Guicciardini
Vittorio Iervese
Alberto Lastrucci
Laura Lombardi
Silvia Lucchesi
Claudia Maci
Isabelle Mallez
Federico Micali
Francesco Ranieri Martinotti
Omar Rashid
Samuele Rossi
Roberto Ruta
Alberto Salvadori
Maurizia Settembri
Virgilio Sieni
Alessandro Stellino
Giorgio van Straten
Neri Torrigiani
Selvaggia Velo
Serra Yilmaz

L'autore

Vincenza Fanizza