Cultura

21 giugno 2022

Ciao Micio!

Questione di numeri. I gattolici di comprovata fede e sicura conoscenza non hanno un decalogo, ma sanno bene che 44 gatti in fila x 2 col resto di 6 marciarono compatti coi baffi allineati e le code attorcigliate, che i loro adorati mici hanno 9 vite (talvolta qualcuna in più), che 20 sono i ritratti adoranti, sacre icone disegnate dalla pluripremiata artista olandese Mies van Hout e accompagnate dalle poesie di cinque dei maggiori scrittori per ragazzi del Paese. La versione poetica di Nicola Cinquetti (altro pluripremiato: Andersen alla carriera, Orbil, finalista allo Strega ragazzi) adatta con umiltà, ma anche creatività, i testi originali. L’autrice, rovesciando una consuetudine che chiama gli illustratori ad accompagnare l’opera degli scrittori, qui prima ha disegnato e poi proposto ai cinque di scrivere. Già conosciuta in Italia per l’albo Emozioni (Lemniscaat 2017), in Ciao Micio! esplora quelle degli amati felini dagli occhi di taglio orientale, ora sgranati nell’attesa di un altro boccone, ora enigmaticamente socchiusi a spiarci (chissà cosa vedono i gatti che noi non vediamo – si chiedeva Dylan Dog davanti al suo intento a fissare il muro). Ma al tempo stesso suggerisce sentimenti e stati d’animo che proviamo noi animali umani verso i nostri fratelli minori (o maggiori, chi lo sa). Le coloratissime tavole composte mischiando materiali vari sono ispirate ai grandi Maestri Quentin Blake ed Eric Carle, come dice Mies van Hout, e hanno avuto come paziente modella la sua gatta Puk. Il mio si chiama Alì ed è un tigrato europeo (lo dico perché ci tiene, altrimenti mi soffia e mi graffia).

L'autore

Fernando Rotondo