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Alessandra Casalbore

Università degli Studi di Roma Tre


Articoli di Alessandra Casalbore

n. 6

Decostruire gli stereotipi e i pregiudizi attraverso la favola di cappuccetto rosso

La differenza fa paura quando non la conosciamo, la interpretiamo attraverso pregiudizi e stereotipi o la leggiamo scegliendo sempre la stessa voce narrante. La scuola ha l’importante compito di “formare” i cittadini di domani, uomini e donne che devono saper interagire in contesti sempre più eterogenei, muoversi tra differenti punti di vista, sovrapporre sguardi diversi. Fin dai primissimi anni di vita del bambino, le fiabe sono un importante strumento che la scuola ha a disposizione, poiché co stituiscono una via di accesso “privilegiata” al mondo interiore dell’alunno. Attraverso l’identificazione dei personaggi delle storie è possibile combattere le paure, decostruire stereotipi, indossare “abiti” diversi dal proprio. Fornire contro-narrazioni diventa, in quest’ottica, uno strumento per potenziare l’empatia, coltivare un pensiero critico, aperto al dialogo e al confronto. Un possibile esempio di decostruzione è legato alla figura del lupo, il cattivo per eccellenza nelle fiabe, basti pensare a “Cappuccetto Rosso”, “I tre porcellini”, “I sette capretti”, solo per citare alcuni nomi. Ma cosa succede se queste storie vengono lette non dal punto di vista dei protagonisti ma da quello del lupo? Siamo sicuri che la morale della storia rimane la stessa? Il lupo è così cattivo come appare?