Università degli Studi di Enna “Kore“
La vulnerabilità, spesso associata a mancanza e fragilità, può invece divenire una chiave di trasformazione educativa. L’aforisma “Si vede bene solo con il cuore” invita a riconoscere il valore di ciò che resta invisibile, ripensando le logiche educative dominanti e dando voce a prospettive marginalizzate. In contesti di fragilità sociale, questa prospettiva apre spazi per pratiche pedagogiche capaci di generare cambiamento, consentendo alle esperienze escluse di emergere e trasformare la vulnerabilità in risorsa. Il presente articolo esplora tale potenzialità, interrogandosi sul rischio di cristallizzare la vulnerabilità in categorie rigide e sull’importanza di approcci educativi che restituiscano agency e autodeterminazione ai soggetti coinvolti.