Il 10 giugno 1924, Giacomo Matteotti, deputato socialista e critico accanito del regime fascista, fu rapito e ucciso da squadristi fascisti a Roma. Solo pochi giorni prima, il 30 maggio, aveva pronunciato un coraggioso discorso alla Camera dei Deputati denunciando le violenze e i brogli elettorali fascisti. Il suo corpo fu ritrovato il 16 agosto, segnato da evidenti segni di violenza.
Questo brutale omicidio scosse l'Italia e il mondo intero, evidenziando la natura repressiva del regime di Benito Mussolini. Nonostante la condanna internazionale, il regime utilizzò l'evento per consolidare il proprio potere, ma il sacrificio di Matteotti divenne un simbolo della lotta per la democrazia e la libertà.