La Carta delle Nazioni Unite entrò in vigore il 24 ottobre 1945, segnando la nascita ufficiale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Questa data viene oggi celebrata come il Giorno delle Nazioni Unite, una ricorrenza che ricorda l’impegno della comunità internazionale per la pace, la sicurezza e la cooperazione tra i popoli.
La Carta rappresenta il fondamento giuridico e morale dell’ONU, delineando i suoi scopi principali: prevenire i conflitti, promuovere i diritti umani, favorire lo sviluppo sostenibile e garantire il rispetto del diritto internazionale. Nata dalle ceneri della Seconda guerra mondiale, l’ONU è stata concepita come uno strumento per evitare il ripetersi delle tragedie del passato, fornendo una piattaforma permanente di dialogo tra le nazioni. Un atto di speranza e determinazione.
Una speranza che oggi, ottanta anni dopo, come mai prima, è messa a dura prova. La guerra esplode e si espande, così come le azioni unilaterali di brutale e ingiustificata violenza, la propaganda affoga i fatti, i giovani affrontano l’esclusione e la disperazione. Non stiamo assistendo a semplici violazioni del diritto internazionale: si tratta dello smantellamento sistematico dello stato di diritto, pezzo per pezzo, norma per norma. Nel frattempo il mondo e, a quanto pare anche l’ONU, resta a guardare: è assolutamente impotente. È ovvio che le intenzioni sono le stesse: la pace, unico faro allora e oggi. A cambiare sono gli scenari. Gli assetti. Le economie. E sarebbe importante e urgente un nuovo assetto che rispecchi i cambiamenti già avvenuti, e destinati a crescere, nel panorama planetario perché la pace continui ad essere l’unico obiettivo per tutti.