Attualità

24 luglio 2023

Il futuro incerto degli adolescenti

Quanto gli adolescenti di oggi sono diversi da quelli di ieri? Nuove e vecchie consapevolezze, desideri e dubbi emergono da una ricerca presentata lo scorso 4 luglio dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard, con il supporto operativo di Mediatyche su un campione di 5.670 studenti tra i 13 e i 19 anni.

Che il futuro sia incerto è sicuramente il dato più interessante (confermato dal 52,4% del campione, che arriva quasi all’80% del numero complessivo delle ragazze se la preoccupazione per il futuro è accompagnata da un profondo senso di tristezza) e denota probabilmente una consapevolezza introiettata di quanto gli sbalzi delle politiche di governo e i cambiamenti in termini economici e di sviluppo non possano garantire o mostrare stabilità ad un giovane. “Questo malessere giovanile ha radici molto più profonde, generate dal contesto sociale che noi abbiamo costruito intorno a loro e che i due anni di pandemia hanno soltanto portato in maggiore evidenza”, dichiara Maurizio Tucci, Presidente di Laboratorio Adolescenza, spiegando come il Covid non possa essere ritenuto l’unico responsabile del disagio giovanile - e infatti i dati di quest’anno si presentano perfettamente in linea con quelli dell’indagine dell’anno scorso, quando la pandemia era ancora all’ordine del giorno e la guerra era appena iniziata.

La maggior parte del campione intervistato vorrebbe la scuola in presenza e, soprattutto, in grado di trattare in modo sistematico argomenti di grande interesse per i giovani, in primis quello ambientale. “Sostenibilità e protezione dell’ambiente” è, infatti, sul podio delle materie che gli studenti vorrebbero inserire nel loro piano di studi. Tra le prime posizioni anche “l’educazione sessuale”, richiesta dall’80,2% dei ragazzi che, rispetto al loro futuro in ambito personale, si immagina in un rapporto stabile di convivenza/matrimonio (71,1% degli intervistati). Al terzo posto tra le materie da approfondire, ma al primo nella scelta del campione femminile, “educazione al rispetto delle diversità (genere, etnia, religione..)”, scelta che sorprende per lucidità e prospettiva di evoluzione.

Dato che dovrebbe far riflettere più degli altri è quello che riguarda la percezione del proprio corpo e gli episodi di autolesionismo (il 38,2% degli adolescenti conosce qualcuno che pratica atti di autolesionismo, il 6,4% in più rispetto allo scorso anno). Che la dimensione corporea e le modalità di percezione di sé stessi siano elementi fondamentali durante l’adolescenza è risaputo e confermato dalle statistiche che analizzano i disturbi del comportamento alimentare (DCA) che colpiscono proprio i giovanissimi (12-17 anni di entrambi i sessi). Dalla ricerca emerge che il 40,3% degli intervistati (di cui il 51% ragazze) non sono soddisfatti del proprio aspetto fisico e che il 72% dei giovani (di cui una percentuale del 62% di ragazzi) è influenzato da giudizi e da modelli esterni. Quando si parla di giovani, infatti, è fondamentale comprendere i contesti in cui questi giovani crescono, ormai connotati in modo sempre più trasversale da applicazioni social dominate da influencer mossi da logiche commerciali, rivolte a ragazzi e ragazze senza distinzioni di genere. “Un fenomeno che non ha alcuna attinenza con il mondo LGBT e l’identità di genere, ma che - basta vedere le pubblicità della moda - tende ad uniformare l’immagine estetica di maschi e femmine. Da qui un’attenzione mai registrata prima, da parte dei maschi, all’aspetto estetico e quindi al giudizio sul proprio aspetto fisico”, precisa Alessandra Marazzani, psicologa e membro del consiglio direttivo di Laboratorio Adolescenza.

Uno scenario, nel complesso, che denota tanta problematicità e instabilità, ma che rivela anche desideri e percezioni del mondo da parte dei futuri cittadini del nostro paese. “Questa ricerca - come sottolinea Paolo Paroni, Presidente di Rete ITER-Istituto IARD - è certamente uno strumento importantissimo per fotografare ed analizzare la situazione, ma trova effettivo compimento solo se si traduce in interventi e politiche finalizzati a garantire alle nuove generazioni un contesto sociale in cui vivere adeguato alle loro esigenze e ai loro obiettivi futuri”. Fondamentali sono, quindi, interventi concreti e misurabili a favore dei giovani e un'attenzione costante agli effetti di ogni politica.

L'autore

Martina Polimeni