È scritto “romanzo illustrato” in copertina, perché un mix riuscito di espressioni facciali, arredi d’interni e particolari naturalistici punteggiano con efficacia la storia. Sarà facile immedesimarsi nelle avventure dei gemelli Caterina e Giorgio, per i ragazzini che non vivono nelle grandi città (in Italia sono molti, eppure non tutti ci pensano, quando scrivono storie). L’ambiente è quello di un piccolo paese: una piazza, una scuola, una comunità dove si conoscono tutti. Per i due gemelli di nove anni, con un papà sarto, una mamma maestra d’asilo e una gatta ribelle dal lungo dente canino, ogni giornata si dipana all’insegna della curiosità o del mistero. Bastano piccole cose. “Non perdere i sensi e scopri il senso”, in fondo è questo il compito assegnato ai ragazzini dalla loro maestra, ma soprattutto dalla vita.
Il racconto va con ordine e inizia con storie biografiche: della gatta, del papà, della mamma, della macchina di famiglia; poi muta in avventura, in giallo, in racconto d’introspezione e in altro ancora. Di fatto è uno specchio di quante e quali possano essere, per i ragazzini, le occasioni di crescita, intellettuale e sentimentale, soprattutto in un piccolo paese. In un periodo della vita ancora pre-adolescenziale, i gemelli non vivono screzi, contrasti o contestazioni. Hanno due amici coetanei, i loro genitori si vogliono bene e si consultano tra loro per ogni cosa, le insegnanti sono creative e amano il loro lavoro, si intuisce l’opera aggregatrice di una parrocchia. Non è un Eden lo sfondo di questa storia, ma leggere i fatti semplici e meravigliosi che vi accadono allontana dalle angosce di questi tempi e restituisce serenità.