Cultura

21 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini. Il poeta corsaro

“Con il ragazzo bisogna comportarsi come chi si muove dall’alto verso il basso, cioè bisogna regredire nel suo mondo, nella facilità del suo mondo. E’ una vera sciocchezza: con il ragazzo bisogna, al contrario, essere difficili, in quanto ciò che egli ricerca non è nel suo mondo e bisogna provocarne la curiosità”. Così Pier Paolo Pasolini in un articolo sul modus operandi del docente, peraltro “segno particolare” sulla sua carta d’identità professionale, negli anni in cui insegnò. Lo ricorda Rossano Astremo, a sua volta docente di Italiano in un Liceo Internazionale romano, firmando Pier Paolo Pasolini, il poeta corsaro, illustrato da Giulia Rossi. E’ un excursus che spazia dal poeta al narratore, dall’articolista lucido e provocatorio al regista “scandaloso”, una poliedricità mai per copia conforme, ripercorsa nel centenario della nascita (Bologna, 5 marzo 1922). Per cogliere con appassionata limpidezza quanto, nell’opera del poeta di Casarsa, induca con accorata fermezza i ragazzi di oggi a non lasciar evaporare scommesse e slanci, magari sacrificati all’asfissiante omologazione vigente. Senza timore di “oscillare tra un profondo amore per la vita e una sua perentoria condanna”, lungo il percorso di formazione. Astremo sottolinea puntualmente questa valenza portante della produzione pasoliniana, come non manca di evidenziarne l’inossidabile amore per la madre, il dolore lacerante per la morte del fratello Guido, la ricerca linguistica, la capacità di “indossare” la condizione umana dei “ragazzi di vita”, le generosità e le ruvidezze nei rapporti interpersonali. Pur nelle loro differenti peculiarità, identicamente sfaccettature di inoppugnabile fattualità: “Per Pasolini vita e letteratura costituivano un insieme inestricabile”.