Politiche educative

06 settembre 2021

Per un piano straordinario di assunzioni e avanzamenti di carriera nelle Università

Riceviamo e pubblichiamo un documento, preparato da alcuni docenti della Sapienza e sottoscritto da oltre un centinaio di colleghe e colleghi di quell’Ateneo (in un contesto che vede oltre 600 abilitati sui circa 1400 professori associati in servizio in quell’ateneo).

Per oltre dieci anni l’università italiana è stata oggetto di significativi tagli delle risorse che ne hanno contratto le dimensioni (con un calo consistente di studenti, dottorandi, personale tecnico amministrativo e docenti), a fronte di una parallela espansione negli altri paesi europei.

Negli ultimi dieci anni la cosiddetta Legge Gelmini con i suoi meccanismi competitivi ed i suoi successivi provvedimenti (dal DL 49/2012 a linee guida e decreti sul FFO), ha determinato una distribuzione sperequata di queste risorse calanti. Si è così diviso l’università, mettendo in contrapposizione tra loro non solo i diversi atenei, ma anche precari e personale in ruolo, docenti e TAB, le esigenze di reclutamento e stabilizzazione del precariato con le legittime aspirazioni all’avanzamento di carriera del personale in ruolo. In questi ultimi due anni abbiamo visto fermarsi il taglio delle risorse (quest’anno per la prima volta in termini reali il FFO torna ad esser sui livelli del 2009), alcuni piani straordinari per RTDb e le progressioni di carriera degli RTI, oltre che delinearsi importanti finanziamenti per progetti e centri di ricerca nel PNRR. Questi sforzi sono ancora decisamente insufficienti, a fronte della necessità di una decisa espansione strutturale dell’università italiana. Per questo in questi ultimi anni come FLC CGIL abbiamo rivendicato, anche in un documento con altre organizzazioni sindacali e del settore, la necessità di prevedere almeno 30mila nuove posizioni di ruolo, oltre che un parallelo intervento sul personale tecnico amministrativo e bibliotecario (che porti gli organici ad essere almeno più vicini a quelli dei principali paesi europei), permettendo di stabilizzare e quindi esaurire l’attuale bolla di precariato, garantire un canale di ingresso per i giovani e permettere i legittimi avanzamenti di carriera (a partire, come abbiamo ripetutamente rivendicato, dalla progressione a PA di tutti i ricercatori a tempo indeterminato oggi in esaurimento). Soprattutto, oltre a nuove risorse, serve una decisa svolta nelle politiche dell’università, che riveda e recuperi le sperequazioni che si sono cumulate nel tempo e non ne gonfi di nuove nei prossimi anni, perpetuando divisioni tra atenei e componenti della comunità accademica. 
 
In questo quadro, come nel quadro di una più complessiva revisione della Legge 240 del 2010 e dell’istituzione del ruolo unico della docenza (che permetterebbe anche la necessaria distinzione tra le procedure di nuovo reclutamento e quello di progressione economica, come precisato nel documento Oltre l’emergenza, contro la crisi, rilanciare università e ricerca), riteniamo in ogni caso utile ed importante un quadro rivendicativo che, andando oltre differenze e divisioni tra le diverse condizioni e componenti, rivendica un’espansione complessiva del sistema universitario, la necessaria stabilizzazione del precariato attuale, l’incremento di posizioni stabili anche per il personale Tecnico Amministrativo e Bibliotecario, una sorta di divisione tra percorsi di carriera e reclutamento di altro personale (usando l’articolo 24 comma 6 della Legge 240 del 2010) e la revisione dei parametri del DL 49/2012. 
 

Mozione Nazionale per avanzamenti a Professore Ordinario e per il potenziamento dell'Università

I professori associati abilitati alla prima fascia sostengono con forza la realizzazione di un piano per la docenza universitaria che integri le esigenze dell’ampliamento del corpo docente con quelle della progressione nei ruoli apicali. Il fine comune è quello di rispondere alle sfide della contemporaneità, nella direzione di dotare il paese di energie di didattica e di ricerca adeguate alla ripresa post-pandemica, per una società con un più diffuso ed avanzato livello di formazione, preparazione e incisività creativa. Tale piano deve associarsi a iniziative per dotare parallelamente le università di un numero adeguato di personale TAB, necessario per il funzionamento del sistema di formazione e ricerca. 
 
Le università italiane registrano un insufficiente numero di iscritti e di laureati, mentre è solo con la formazione avanzata che il sistema paese potrà rispondere in modo compiuto e autonomo alle esigenze della ripresa, che richiede azioni informate e consapevoli. Inoltre, le università hanno perso complessivamente docenti e si collocano a livelli bassi nel quadro europeo, e in particolare tra le nazioni a forte trazione di sviluppo. 
In questo contesto va sottolineato che un grande numero di docenti in servizio nelle università (Ricercatori e Professori associati) è stato valutato idoneo alla prima fascia della docenza (Professore ordinario), per la qualità e quantità della complessiva attività di ricerca, dei prodotti scientifici, nonché della docenza impartita, spesso in misura superiore agli obblighi di legge. Inoltre, nelle università italiane i Professori associati svolgono attività di Terza Missione e ricoprono ruoli di elevata responsabilità, quali la presidenza di CdS/CAD, il coordinamento di Dottorati di ricerca, la direzione di Dipartimenti e di Centri di Ricerca Interdipartimentali. 
 
Un maggior numero di professori ordinari in ruolo, nell’attuale sistema definito dalla Legge 240/2010 è fondamentale per gestire efficacemente e in modo non verticistico il governo del sistema universitario, dalle commissioni di concorso al coordinamento della ricerca, alle posizioni di governance. L’integrazione dei professori ordinari con gli altri ruoli, dai ricercatori a tempo indeterminato e determinato, ai professori associati, è fondamentale, e si deve fare in modo che le aspettative dei professori associati e dei ricercatori, spesso le componenti più dinamiche del sistema universitario, trovino una corrispondenza nella progressione di posizione e trattamento economico, senza rimanere frustrate, ora e in prospettiva futura.
 
I professori associati abilitati alla prima fascia ritengono quindi che:
  • i piani di allargamento del corpo docente siano imprescindibili, ben oltre la necessaria stabilizzazione del precariato attuale;
  • a questi piani di allargamento e stabilizzazione debba affiancarsi un piano consistente di avanzamenti a professore ordinario, per soddisfare le legittime aspirazioni di quanti, in possesso di abilitazione, sono particolarmente attivi nel sistema universitario e di ricerca del paese;
  • l’università nel suo complesso abbia bisogno di un incremento delle posizioni lavorative stabili, anche per il personale TAB;
  • queste strategie possano e debbano integrarsi per dotare il nostro paese delle giuste energie per il futuro.
Sostengono pertanto:
  • che vadano implementati significativi piani di reclutamento del dei docenti e del personale TAB e, che garantiscano la qualità e la corretta dialettica tra sedi universitarie, senza squilibri geografici marcati;
  • che sia assolutamente necessario prorogare la possibilità per gli Atenei di bandire concorsi di chiamata a professore ordinario secondo l’Art. 24 c.6 della L. 240/2010, per accelerare gli avanzamenti, renderli possibili in numero maggiore, grazie alla minore frazione di punti organico richiesti per il bando, e sviluppare le carriere del personale più attivo e dinamico negli Atenei;
  • che si debba programmare al più presto una revisione dei parametri del D.L. 49/2012 sulla distribuzione dei Punti Organico e circa il rapporto tra PA e PO nelle Università, per garantire una maggiore democratizzazione dei processi decisionali e gestionali, che già adesso fanno riferimento ampiamente alle fasce inferiori a PO, ma senza il giusto riconoscimento funzionale ed economico.
Propongono sin d’ora la realizzazione di un’assemblea nazionale dei professori associati in possesso di abilitazione a professore ordinario a settembre, in data da concordare, presso la Sapienza Università di Roma, per adeguare le proposte e le richieste e decidere strategie di sostegno dell’iniziativa.
 
Incoraggiano iniziative congiunte con le altre componenti universitarie per un intervento complessivo di rilanci del sistema intero della formazione e della ricerca. 
 
Chiamano le altre fasce della docenza, e le rappresentanze sindacali, la CRUI, il CUN e il Ministero a sostenere queste richieste, anche per garantire in prospettiva un ampio turnover e un significativo processo di avanzamento progressivo dei docenti più attivi e dinamici. 
Ribadiscono infine la loro convinzione che solo impostando sin da ora una tale strategia di ampliamento e progressione della docenza universitaria si potrà investire il nostro sistema universitario del ruolo fondamentale che gli è richiesto nella strategia di ripresa e resilienza cui l’intero paese è chiamato, nel più vasto quadro dell’unione Europea: un paese con un più diffuso ed avanzato livello di formazione, preparazione e incisività creativa.
 
 
25 luglio 2021 

Amar Micol, Ascenzioni Fiorentina, Fazio Eugenio, Lancia Maria Rosaria, Vanzetti Alessandro, Viotti Paolo

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Luca Scacchi