L’episodio risale ad alcuni giorni orsono ma merita ancora oggi la nostra attenzione.
Augusta Mortaruli, vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, già sottosegretaria al MIUR per quattro mesi nel 2022-23, ha annunciato una interrogazione parlamentare contro l’editore Laterza, reo di aver pubblicato un testo di storia (Trame del tempo. Ediz. rossa. Vol. 3: Guerre e pace. Dal Novecento a oggi, 2025) che, a parere della parlamentare, altro non è che un attacco ideologico al partito e alla figura della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni[1].
Sponsor il quotidiano Il Giornale, la Mortaruli invoca l’intervento del Ministro Valditara per censurare il testo, obbligare l’editore a depurarlo di ogni riferimento che colleghi il suo partito all’eredità del fascismo e alla responsabilità di provvedimenti limitativi dei diritti delle persone (in materia di immigrazione e sicurezza) o imporne il ritiro dal mercato.
La vice capogruppo alla Camera tuona, senza avvertire l’involontaria ironia, che l’ideologia non deve entrare nella scuola pubblica. Probabilmente la Mortaruli non ha letto le decine di commenti alle Nuove Indicazioni emanate di recente al MIM, in cui l’elemento prevalente è stata proprio la denuncia della natura ideologica, nostalgica e sovranista, che segna un prodotto di cui non vi era alcun bisogno. Questa l’opinione largamente prevalente delle associazioni professionali della scuola (Proteo Fare Sapere, Cidi, Mce, Andis ed altre) che hanno denunciato proprio la deriva ideologica che sostanzia l’operazione sulle Nuove Indicazioni.
Il Ministro, a quanto è dato leggere su diversi organi di stampa, sarebbe in procinto di aprire un’inchiesta sul caso per valutare il da farsi: pretendere modifiche al testo o deciderne il ritiro.
Un atto censorio di questo tipo sarebbe di una gravità inaudita. Lasciamo pure ai margini ciò che si conferma anche in questo caso: l’allergia di questo governo a qualsiasi critica si esprima sul suo operato. Esso percepisce infatti la critica come fastidio, disturbo, attentato alla sua presunta infallibilità e reagisce sempre con acredine e intolleranza aggressiva. Ma in questo caso l’iniziativa annunciata dal Ministro Valditara ha un significato più preciso ed insidioso: intimorire editori ed autori di fronte al compito al quale sono chiamati, ovvero dare corpo senza tentennamenti alle Indicazioni Nazionali care alla cultura della destra. E, sullo sfondo, intimorire da subito anche docenti e dirigenti delle scuole. Il Ministro infatti, ha capito benissimo che quelle Indicazioni non hanno entusiasmato il mondo della scuola e in particolare i docenti, peraltro coinvolti in una campagna di partecipazione a dir poco evanescente. Percepisce dunque una sorda ostilità o ritrosia, appena attenuate dalle pressioni che vengono sollecitate nei confronti dei dirigenti scolastici, affinché l’operazione passi indenne. Quel che il Ministro ha compreso benissimo è che non si percepisce alcun entusiasmo e convinzione nella larga platea dei docenti della scuola primaria. Dunque è ai libri di testo, ancora persino troppo centrali nella didattica in classe che si rivolge, l’attenzione politica del Ministro e per lo stesso motivo, noi non mancheremo si seguire con attenzione ciò che accadrà nel mondo della produzione editoriale dei libri di testo e nei rapporti tra Ministro e case editrici.
La scuola è ben consapevole di aver conquistato da tempo le garanzie, giuridiche e culturali della propria autonomia, per decidere collegialmente e alla luce del sole le adozioni dei libri di testo ritenuti più idonei al lavoro con gli studenti del proprio territorio ed anche l’utilizzo di una pluralità di testi, alternativi e/o integrativi del libro di testo.
Se, come sembra, l’opera di storia in tre volumi della editrice Laterza, ha conquistato una fetta significativa di consensi tra i docenti, vuol dire che è stata riconosciuta la qualità culturale e professionale degli autori ai quali va, insieme all’Editore, tutta la nostra solidarietà e apprezzamento.
Il Ministro deve sapere che un intervento censorio contro questo libro di testo, non passerebbe nel silenzio del mondo della scuola e non per difendere libri di testo e mercato editoriale ma per riaffermare che autonomia e libertà di insegnamento sono scritti nella nostra Costituzione e che su questo punto, nel mondo della scuola, non ci sono divisioni o timidezze a parte l’Associazione Presidi , preoccupata come sempre di non disturbare il manovratore ed avallare l’assunto che la politica deve stare lontana dalla scuola: limpida idea di formazione critica delle nuove generazioni; che poi è proprio l’idea di scuola della destra che governa.
[1] Il riferimento è ad alcune affermazioni contenute nel libro, riguardanti il governo di Giorgia Meloni, definito parte della fase di «rinascita dell’ultradestra europea». Il suo partito, secondo quanto scritto nel libro, «ha raccolto l’eredità del fascismo» e «continua ad avere una stretta relazione con la sua “base” dichiaratamente fascista». E ancora: «Si distingue nell’attuazione di misure dichiaratamente liberticide, come il cosiddetto ddl “Sicurezza” che contrae il diritto di manifestare. Il governo Meloni prosegue inoltre la guerra ai migranti con rinnovato fervore, con piani di deportazione e una loro costante criminalizzazione sui mezzi di comunicazione».