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ATENEI E ENTI DI RICERCA. LA CONTRATTAZIONE DECENTRATA TRA TUTELE E TRASPARENZA

Anche nelle Università e negli Enti di Ricerca, così come nella Scuola, si vota dal 14 al 16 aprile per rinnovare le rappresentanze sindacali unitarie (RSU).

Se si guarda a tutte le precedenti elezioni il dato che balza subito agli occhi è, da sempre, la straordinaria partecipazione al voto. A differenza di quello che accade nel mondo della politica, con le elezioni per gli Enti Locali e per il Parlamento, nazionale ed europeo, l’affluenza al voto in occasione delle RSU in questi due settori è stata sempre molto alta.

Questo dato credo possa essere letto in diversi modi. In primis certifica la bontà di questo istituto.

Un voto sentito e partecipato

La rilevanza che assume la RSU nella gestione del confronto e della contrattazione con le controparti è riconosciuta dai lavoratori e dalle lavoratrici di questi settori. Anche se esistono differenze, di cui dirò poi dopo, tra le RSU dell’Università e della Ricerca, in entrambi i settori grazie al lavoro delle RSU si sono avute rilevanti conquiste e si è sviluppata una strenua difesa dei diritti e delle conquiste ottenute, spesso messe sotto attacco.

Eleggere i propri rappresentanti, con la possibilità di scegliere non solo quale Organizzazione Sindacale votare, ma anche, tramite il voto di preferenza, scegliere chi andrà a rappresentarti al tavolo della trattativa decentrata, è cosa molto apprezzata e che fa lievitare la partecipazione complessiva al voto.

Con il voto si sceglie infatti non solo la lista, ma anche la persona che nei successivi tre anni ti rappresenterà e porterà avanti i tuoi interessi e difenderà e cercherà di estendere i tuoi diritti.

La CGIL, da sempre, cioè dalle prime elezioni del novembre 1998, nelle Università e negli Enti di Ricerca, è stato il sindacato più votato.

Dapprima lo SNUR (Sindacato Nazionale Università e Ricerca) e ora la FLC, che organizza i lavoratori di Scuola, Università, Ricerca e AFAM, hanno presentato liste in tutti gli Atenei ed Enti di Ricerca.

Negli Atenei vota il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario ed i CEL (collaboratori ed esperti linguistici). Non votano invece i docenti universitari in quanto personale non contrattualizzato, così come in tutti i comparti pubblici, non votano i dirigenti.

Negli Enti di Ricerca invece, ad eccezione ovviamente dei dirigenti, vota tutto il personale.

Vota, negli Atenei e nella Ricerca, anche il personale a tempo determinato, con alcune limitazioni dovute alla durata del contratto stesso.

Estendere il più possibile il diritto di voto a tutti quelli che nel Pubblio Impiego lavorano è sempre stato un obiettivo prioritario per l’intera CGIL, ed è stata una nostra conquista abbastanza recente.

Il voto per lo SNUR prima e per la FLC poi, ha sempre premiato le nostre liste ben oltre il numero degli iscritti, Nel segreto dell’urna anche chi non ha ritenuto di iscriversi ad alcuna organizzazione sindacale ha, in percentuale, premiato di più la CGIL riconoscendo in questa organizzazione una capacità, un rigore, una competenza nel gestire la contrattazione, evidentemente maggiore rispetto ad altre sigle.

Il rinnovamento della rappresentanza

Dopo tante elezioni e tante colleghe e colleghi che talvolta sono stati eletti più volte di seguito, subentra talvolta la stanchezza a ricandidarsi. È un fatto comprensibile anche se l’esperienza maturata negli anni è sempre un valore aggiunto. Però, guardando le liste che si stanno costruendo negli Atenei e negli Enti si può dire che anche il ricambio generazionale sta avvenendo, che tanti giovani, pur nella cronica carenza di assunzioni e di rispetto del turn over, si candidano con la FLC CGIL.

Una caratteristica, che anche questa volta si sta confermando, è quella di presentare quasi ovunque liste ampie, che sfruttano la possibilità di maggiorare di un terzo le liste rispetto al numero dei componenti da eleggere. Anche questa, nel tempo, è stata una forza della nostra organizzazione perché evidentemente il voto è sì alla lista, ma anche alla persona. Più candidati si hanno e più voti si ottengono.

Un altro obiettivo che ci diamo come organizzazione fin dalla prima elezione del 1998 è la presenza di una lista in ogni posto di lavoro, piccolo o grande che sia; è un grande sforzo organizzativo che ci differenzia dagli altri sindacati che concentrano energie e risorse, per noi questa scelta è figlia proprio dell’identità che ci vogliamo dare: quello della rappresentanza di ogni lavoratore e di ogni lavoratrice in ogni ateneo, in ogni scuola, in ogni ente di ricerca.

Caratteristica delle liste FLC CGIL è quella di cercare di rappresentare tutte le varie professionalità presenti, dai tecnici, agli amministrativi, dai ricercatori ai tecnologi, dai bibliotecari agli informatici, rispecchiando così la complessità dell’organizzazione del lavoro e dando voce a tutte le istanze.

Da sempre cerchiamo, e riusciamo, a presentare liste che abbiano al loro interno uomini e donne. Liste plurali e che contengono spesso anche non iscritti alla nostra organizzazione.

Anche questo è un punto di forza.

Voglio ricordare anche la presenza nelle liste per l’Università, dei Lettori/CEL. Una figura professionale fondamentale per i nostri Atenei, spesso e immotivatamente bistrattata dalle controparti, nazionali e locali. Tanti sono stati negli anni i Lettori/CEL candidati e soprattutto eletti nelle liste CGIL, e così sarà anche questa volta.

La contrattazione decentrata, la tutela professionale e la gestione delle risorse

La FLC CGIL è un sindacato che, oltre alla tutela individuale e ai servizi offerti agli iscritti, si qualifica certamente come soggetto fortemente portato a rintracciare nella contrattazione la sua ragione d’essere, attraverso cui esplicare al meglio la tutela individuale e collettiva e questo mi pare venga riconosciuto con l’alta adesione al voto alle nostre liste.

Negli Atenei forte è il ruolo della RSU, insieme ai sindacati firmatari del CCNL. Molte sono infatti le materie demandate dal contratto nazionale al livello di Ateneo come oggetto di contrattazione e/o confronto.

Si va dal fondo delle risorse decentrate (articolo 119 del CCNL  2019-2021) all’articolazione delle tipologie di lavoro; dai piani per la formazione ai regolamenti per l’attività in conto terzi.

Dal punto di vista economico e normativo cambia quindi il fatto di avere una RSU, forte, competente e rappresentativa di tutti e di tutte.

Negli Enti di Ricerca, dove la contrattazione si sviluppa su tre livelli (per gli Enti plurisede come il CNR, l’INFN, l’ENEA ecc.), ovvero c’è il CCNL, poi il contratto nazionale di Ente e infine quello di posto di lavoro, il ruolo delle RSU sembra essere forse di meno impatto rispetto a quello esercitato nelle Università. Non di meno nel tempo anche negli EPR si è sviluppata un’attitudine alla contrattazione di posto di lavoro che spesso è andata anche al di là delle competenze formali assegnate alle RSU. I componenti delle rappresentanze sindacali unitarie sono visti come punto di riferimento, soggetti attivi per la rivendicazione dei propri diritti, parte importante del confronto sull’organizzazione del lavoro.

Un'arma democratica: il voto

In una stagione come quella attuale dove i contratti nazionali si devono conquistare ogni volta, dove è messo in discussione il valore e l’importanza dei corpi intermedi come le Organizzazioni Sindacali, in una stagione in cui il conflitto è demonizzato e il consenso viene richiesto a prescindere, andare a votare ed eleggere rappresentanti, come si sarebbe detto una volta “rossi ed esperti” è di fondamentale importanza.