L’UDS è stato fondato nel 1994 e oggi compie trent’anni. Come studenti ci siamo interrogati a lungo su cosa significhi oggi parlare di ‘’crisi della partecipazione studentesca e giovanile", e su come mobilitare e organizzare gli studenti di questo Paese, che tutti i giorni vedono i loro bisogni invisibilizzati e la loro voce zittita.
La deriva graduale del sistema scolastico pubblico si manifesta con tagli continui ai fondi per la scuola pubblica con un aumento esponenziale delle disuguaglianze, con riforme che mirano a ripristinare un modello di didattica autoritario, repressivo e piegato unicamente alle richieste del mondo del lavoro.
Insomma, una complessiva e graduale abdicazione della scuola al suo ruolo educativo: oggi, sintetizzando, l’istruzione non è più lo strumento che permette l’emancipazione collettiva, ma il mezzo attraverso cui le disuguaglianze si rafforzano, tanto da avere scuole senza rappresentanti e senza la minima consapevolezza dei diritti che si possiedono in quanto studenti.
Il senso e il ruolo della scuola pubblica
In questa fase i diritti fondamentali non ci vengono in alcun modo né riconosciuti né garantiti: al contrario vengono visti e narrati dal Ministro come accessori che vengono concessi agli studenti o conquistati solo da chi è meritevole. Tuttavia, l'istruzione non è un servizio, ma un diritto fondamentale di ciascuna persona. È necessario che nel nostro Paese venga ripristinata l’idea della scuola come comunità e luogo di emancipazione, crescita e formazione collettive, che non lasci indietro nessuno, esule da ogni logica di competizione, discriminazione ed emarginazione. Vogliamo dei luoghi della formazione liberi dalle dinamiche di distinzione netta tra vincitori e perdenti, privilegiati e poveri, meritevoli e non, che sappiano veramente essere strumento di sviluppo di ogni individuo e del suo pensiero critico.
La vera scuola pubblica garantisce il diritto allo studio a tutti e ciò significa rendere l’istruzione realmente gratuita, costruire una scuola libera dal ricatto delle imprese, immaginare un modello di didattica e valutazione alternativo e orizzontale, rendere le scuole sicure e dotate di spazi adeguati, assicurare la rappresentanza e la partecipazione dal basso alla vita scolastica per ogni studente. Il diritto allo studio significa questo e molto altro: indica la possibilità di formarsi e crescere in maniera libera, per poter scegliere sul proprio presente e sul proprio futuro. Rivendichiamo la garanzia dei diritti attualmente previsti ma riteniamo improrogabile la conquista di nuovi per riavviare un nuovo protagonismo nelle nostre scuole e nelle nostre città, e per rendere le scuole vere e proprie palestre di democrazia.
La campagna "Possiamo tutto"
Per questo, come UDS, abbiamo promosso una campagna nazionale sulla partecipazione e la rappresentanza studentesca con il nome di “Possiamo tutto’’. Crediamo che la partecipazione sia un diritto di tutte e tutti, oltre a essere uno strumento per la crescita di cittadini consapevoli, un modo per migliorare l'apprendimento e contrastare le differenze.
Negli ultimi due anni ci siamo adoperati per riprenderci la voce e chiedere:
La campagna “Possiamo tutto’’ è stata fondamentale per iniziare a combattere la crisi della democrazia e della rappresentanza studentesca nel nostro paese, e dare una risposta alla depoliticizzazione della nostra generazione e della nostra società, che sentiamo in modo dilagante, e per combattere la sensazione di non poter cambiare la realtà attorno a noi.
In ogni scuola e in ogni aula abbiamo messo in campo strumenti come vertenze, assemblee, candidature e laboratori per riattivare la rappresentanza studentesca.
Per questo e perché siamo convinti che la decisionalità debba essere di chi vive e attraversa gli spazi del sapere, siamo convinti che studenti e lavoratori debbano continuare a lottare assieme. Valorizzare e conoscere gli organi collegiali in tutto questo assume un ruolo centrale, come strumento per essere ascoltati e portare un cambiamento della realtà.