Partendo dall’idea che lo scopo principale dell’educazione alla cittadinanza, più che far conoscere i principi della Costituzione, del diritto nazionale e internazionale, dello sviluppo sostenibile legato all’agenda 2030 e della cittadinanza digitale, debba soprattutto contribuire allo sviluppo delle competenze etico-civiche a partire dall’attuarsi della cittadinanza attiva, il contributo lega la realizzazione del curricolo di educazione civica all’approccio educativo dell’Apprendimento-Servizio Solidale o Apprendimento-Servizio Trasformativo. Questo inquadramento pedagogico consente di superare la formale indicazione di ore, contenuti e voti della disciplina per un’attuazione reale e democratica dell’educazione alla cittadinanza.
Il contributo pone in luce le sfide che riguardano oggi l’educazione con e per la cittadinanza, in una prospettiva globale, in grado di interconnettere saperi e rappresentazioni del mondo, con l’obiettivo per ogni persona si saper esercitare un agire partecipativo e critico all’interno dei contesti di vita sociale. In questo senso la cittadinanza diviene mezzo e fine educativo che deve essere promosso a partire dai contesti di apprendimento cosiddetti non formali o informali, ma che necessita di essere intenzionalmente costruito all’interno della scuola, come ente privilegiato di educazione e formazione. A tal fine è opportuno lavorare non solo sui contenuti, le metodologie, i dispositivi educativi, ma in modo particolare sulla formazione di insegnanti “etici” e impegnati, non semplici riproduttori di un “curriculum ufficiale”, ma professionisti della relazione educativa e della comprensione umana.
L’insegnamento dell’educazione civica ha subito molti cambiamenti soprattutto negli ultimi venti anni. Spesso considerata una disciplina minore, potrebbe contribuire non solo alla ripresa di un percorso civico di memoria collettiva, ma anche al contrasto alle diseguaglianze. Possibile indirizzo pratico di un’impostazione teoretica e politica progressista e democratica.