Storicamente la cultura ha avuto una missione di proselitismo, finalizzata a educare le masse e raffinarne i costumi: gli “strati bassi della società” dovevano elevarsi. Oggi forse siamo caduti nell’eccesso opposto: si assiste al rifiuto delle competenze e si disconosce il ruolo degli esperti.
Anzi, tutti noi abbiamo l’illusione che, a partire da poche e banali notizie recuperate sul web, possiamo saperne quanto basta. Tutti possiamo presumere di essere esperti di qualsiasi cosa. Sembra che il prestigio dei mediatori, almeno quelli tradizionali, sia scomparso.
Questo perché oggi la trasmissione culturale avviene per via orizzontale, in un contesto che sembra offrire pari opportunità e che quindi non è più condizionato dalle gerarchie del passato, che si fondavano su un rapporto verticale tra chi sapeva e chi doveva apprendere. La rete offre grandi possibilità e presenta grandi rischi. Dipende da come si usa.
Sono le parole di Giovanni Solimine, docente presso l’Università di Roma La Sapienza, dove dirige il Dipartimento di Lettere e Culture Moderne, che lo scorso anno ha pubblicato, insieme a Giorgio Zanchini “La cultura orizzontale”, un saggio in cui si affronta il come e il perché Internet ha cambiato il modo in cui si produce, trasmette e riceve conoscenza.
Vogliamo riproporvi l’intervista che Loredana Fasciolo ha realizzato a Giovanni Solimine in occasione dell’uscita del libro.