Politiche educative

29 giugno 2023

Liceo del Made in Italy, un seminario per riflettere sulla riforma

La premier Giorgia Meloni, in occasione di una visita a Vinitaly, una manifestazione dedicata al mondo del vino che si tiene a Verona, aveva rilanciato l’idea di un percorso di studi volto a creare professionalità che promuovessero e difendessero dalle falsificazioni i prodotti a marchio italiano. Poco dopo quell’idea si è concretizzata in una bozza di disegno di legge che il Consiglio dei ministri ha approvato il 31 maggio 2023, con procedura d’urgenza, e che prevede, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, l’istituzione del “liceo del Made in Italy”.  

A sostegno del nuovo percorso scolastico verrà istituita la Fondazione “Imprese e competenze” con il compito di promuovere il raccordo tra le imprese i licei del Made in Italy, di diffondere la cultura d’impresa del Made in Italy tra gli studenti, di favorire iniziative mirate ad un rapido inserimento degli studenti nel mondo del lavoro e favorire la progettazione, nel rispetto dell’autonomia scolastica, di attività didattiche e professionali dedicate al mondo del Made in Italy

La Fondazione dovrà inoltre, creare e favorire sinergie con tutti soggetti pubblici e privati che operano nel settore della formazione, enti di formazione professionale, istituti professionali, IeFP, ITS Academy, enti di ricerca e centri di trasferimento tecnologico.

Per la FLC CGIL il modello alla base del Liceo Made in Italy è pericoloso per l’idea stessa di scuola della Costituzione, poichè immagina una scuola asservita al mercato e all’impresa, centrata sul bisogno di sviluppare soggetti con competenze imprenditoriali e non cittadini consapevoli e dotati di spirito critico. Il sindacato della Conoscenza della CGIL è infatti, da sempre contrario ad ogni tentativo di declinare metodologie e contenuti didattici in funzione ancillare nei confronti del mercato del lavoro e dei bisogni del sistema delle imprese e, ad aggravare la situazione, in questo caso vi è anche la pretesa esplicita del ddl di voler favorire un più rapido accesso al lavoro attraverso il potenziamento dei percorsi di apprendistato,  dichiarazione che cozza pesantemente con la richiesta della CGIL di innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni.

Per approfondire i contenuti di questa riforma, che si presenta  gravida di conseguenze culturali e ordinamentali per la scuola, il 18 luglio prossimo la Federazione si confronterà con esponenti autorevoli del mondo della scuola in un seminario di approfondimento che potrà essere seguito online.

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L'autore

Manuela Colaps