Politiche educative

02 settembre 2022

La “nuova” educazione motoria nella primaria

Da quest’anno scolastico l'educazione motoria alla primaria sarà affidata a docenti “esperti” e non più alle maestre e ai maestri: i bambini e le bambine delle classi quinte svolgeranno per due ore a settimana l'attività motoria con un insegnante specializzato, poi dall’anno scolastico 2023/2024 toccherà alle classi quarte.

La novità è stata introdotta con la legge di bilancio 2022 e riguarderà circa 24.693 classi:  "Una svolta storica" per Valentina Vezzali, sottosegretaria con delega allo sport ed ex schermitrice olimpionica. E il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, rincara: “E’ stato riconosciuto il diritto dei bambini ad avere ancora più attenzione, in una fase così delicata come quella della crescita, per il corpo, la vita collettiva e la vita d’insieme”. Le finalità dichiarate dell’operazione infatti, sono ambiziose: riconoscere l’educazione motoria quale espressione di un diritto personale e strumento di apprendimento cognitivo e promuovere nei giovani, fin dalla scuola primaria, l’assunzione di comportamenti e stili di vita funzionali alla crescita armoniosa, alla salute, al benessere psico-fisico e al pieno sviluppo della persona.

Ma non mancano i problemi, a partire da quelli strutturali con la mancanza di palestre, visto che da dati del Ministero dell?Istruzione risulta che su oltre su oltre 40mila edifici scolastici censiti il 69 per cento del totale non ne ha una.

Ci sono poi criticità sotto il profilo pedagogico, didattico e organizzativo. Secondo la Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, che a questo tema ha dedicato un seminario specifico, l’insegnamento dell’educazione motoria da parte di un docente esperto risponde a una logica disciplinaristica, che è in contraddizione con l’impostazione pedagogico-didattica della scuola primaria, che è un contesto di apprendimento interdisciplinare finalizzato a uno sviluppo armonico e integrale della persona. La formazione dei docenti di scuola primaria è caratterizzata dallo studio approfondito dei percorsi evolutivi, dei processi e dei meccanismi di costruzione di conoscenze e abilità, delle fasi di sviluppo delle bambine e dei bambini da 6 a 11 anni, nonché dall’acquisizione di competenze metodologiche e disciplinari, alla base di qualsiasi processo di crescita significativo, a prescindere dall’ambito disciplinare di riferimento, una preparazione che non appartiene ai futuri docenti “esperti” di educazione motoria.

Sono tante le perplessità suscitate dal provvedimento anche rispetto al quadro orario complessivo, all’integrazione della nuova figura nel team docente che però, per la FLC, non hanno trovato ascolto, e tantomeno risposte, da parte del Ministero dell’Istruzione.

Occorre ricordare infine che l’intera operazione segue le vecchie logiche di contenimento della spesa, cioè è prevista nel limite delle risorse finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e a invarianza di organico. L’introduzione del “nuovo” insegnamento è norma di legge e, in quanto tale, va applicato, ma per la FLC GIL occorre contrastare quel senso comune che vede nel provvedimento l’opportunità per bambine e bambini di “imparare uno sport”, secondo un’idea di scuola performante piuttosto che formativa. Il provvedimento rischia inoltre di fare da “apripista” a ulteriori interventi di esperti, dall’educazione musicale alle discipline STEM, volti a secondarizzare la scuola primaria.

L'autore

Manuela Colaps