Attualità

20 giugno 2024

L’autonomia differenziata che spacca in due l’Italia è legge. Ma la battaglia non è ancora finita

Il 19 giugno è stato approvato definitivamente il disegno di legge sull’autonomia differenziata che, come sappiamo, definisce i principi generali e le procedure delle intese tra lo Stato e le Regioni per l'attribuzione, o le revoche, di ulteriori forme di autonomia. Nei mesi scorsi abbiamo spesso parlato di questo disegno di legge e dei motivi per cui è sempre stato un progetto disastroso e distruttivo per l’Italia, un paese già spaccato in due, e per le materie interessate, tra le quali la scuola. La sua approvazione preoccupa, però, anche per tanti altri motivi e lo spiega bene oggi Gianfranco Viesti sul Fatto Quotidiano. Preoccupa una maggioranza rinnovata e rafforzata da uno scellerato scambio di favori tra Fratelli d'Italia e Lega (già virale un video del 2014 in cui Giorgia Meloni afferma di “sfidare la Lega nel progetto di regionalismo, perché fallito e irragionevole”). Preoccupa quello che a tutto gli effetti è un anticipo di premierato con l’automortificazione del Parlamento, che di fatto così si priva del diritto-dovere di discutere i contenuti delle intese. Preoccupa l’azione propagandistica che vorrebbe far credere che questo progetto pensi al bene di tutto il Paese, Mezzogiorno compreso, quando è evidentemente l’opposto.

L'approvazione di questa legge, inoltre, preoccupa ancora di più se messa accanto all’approvazione in prima lettura al Senato del progetto di Premierato: insieme, come spiega su Collettiva Gaetano Azzariti, costituzionalista e docente dell’Università la Sapienza di Roma, sancirebbero una netta rottura costituzionale, incrinando il principio dell’indivisibilità e unità della Repubblica e trasformando, quindi, a tutti gli effetti la nostra democrazia.

«Oggi è una brutta giornata per la scuola italiana e per le istituzioni pubbliche della conoscenza. Con l’autonomia differenziata si realizza un disegno secessionistico che fa carta straccia della coesione sociale e territoriale che sono alla base della nostra Repubblica». Così Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, commenta l’approvazione definitiva del disegno di legge sull’autonomia differenziata. «Tutto ciò – aggiunge – senza risorse, penalizzando non solo le regioni del Sud ma anche le aree interne e la periferia.  Il nostro diventerà un Paese a 20 velocità sull’istruzione, con l’aumento delle disuguaglianze territoriali anche all’interno della stessa Regione». Guarda il video

Una cosa positiva però, c’è. Possiamo fare qualcosa. La legge si può bloccare.  «La FLC non si fermerà. Crediamo che in ballo ci siano valori e diritti che non si possono svendere e useremo dunque tutti gli strumenti democratici, anche il referendum, per cancellare questo obbrobrio. Abbiamo bisogno di tutte e di tutti, si può ancora fermare questa deriva», conclude Fracassi.

La battaglia è ancora lunga. 

L'autore

Elisa Spadaro