La campagna Aborto senza ricovero promossa dall'Associazione Luca Coscioni mira a garantire alle donne italiane la possibilità di accedere all'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) farmacologica in regime ambulatoriale, come previsto dalle linee guida ministeriali del 2020. Attualmente, solo due regioni italiane, Lazio ed Emilia-Romagna, applicano queste direttive, mentre in molte altre è ancora richiesto il ricovero ospedaliero, con conseguenti disagi per le pazienti e costi elevati per il Servizio Sanitario Nazionale.
CGIL e UIL hanno aderito a questa campagna, sottolineando l'importanza di garantire alle donne il diritto di scegliere la modalità di IVG più adatta alle proprie esigenze, nel rispetto della loro salute e dignità.
«Da anni assistiamo in Italia e nel mondo al crescente tentativo di limitare l’autodeterminazione delle donne, che vengono trattate come soggetti incapaci o inadeguati ad assumere decisioni autonome», osserva Esmeralda Rizzi (Politiche di genere Cgil nazionale).
«Penso, ad esempio, alle cosiddette ‘stanze dell’ascolto’ che si prefiggono di far cambiare idea alle donne, colpevolizzandole”, prosegue Rizzi: “Oppure al come interromperla, se farmacologicamente o meno. Infine, anche dove, se tra le pareti amiche di casa propria o in ospedale o in ambulatorio, dove la cronaca ci restituisce spesso racconti di donne in attesa dell’Ivg fatte attendere accanto a donne incinte o lasciate senza assistenza e analgesici al momento del bisogno. Per questo crediamo che sia necessario sostenere la campagna dell’Associazione Coscioni».