Cultura

20 ottobre 2022

Il premio Nobel Annie Ernaux per il diritto delle donne all’autodeterminazione

È Annie Ernaux la vincitrice del Nobel per la Letteratura 2022 “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti ei vincoli collettivi della memoria personale”.

Il prestigioso riconoscimento è stato annunciato dall’Accademia di Svezia a poco più di un anno dalla 78esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove il Leone d’oro come miglior film è andato a “La scelta di Anne - l’Énvénement” di Audry Diwan, adattamento cinematografico del romanzo autobiografico “L’evento” della stessa scrittrice francese.

La vicenda narrata, “l’evento”,  è ambientata nel 1963 e tratta un tema quanto mai attuale: Anne/Annie, studentessa brillante e di modesta estrazione sociale, si trova ad affrontare una gravidanza indesiderata. In un'epoca in cui, in Francia, l'aborto è illegale, è costretta a seguire vie clandestine, mettendo a rischio la sua libertà e la sua stessa sopravvivenza.

È la narrazione di un dramma vissuto nella solitudine familiare e sociale, una dura denuncia dei silenzi, dei ricatti e delle ipocrisie delle istituzioni e delle coscienze, ma anche la testimonianza di una donna determinata che non si arrende a un destino che la società di quegli anni considerava ineludibile, come una condanna.

Il successo del racconto di Ernaux, come del film di Diwan, è quanto mai significativo, sebbene quasi una contraddizione, in un momento storico in cui quella libertà di scelta è sempre più osteggiata: dagli Stati Uniti alla Polonia, dall’Ungheria a Malta l’interruzione volontaria di gravidanza è diventata un percorso ad ostacoli, fatto di umiliazioni e violenze, pressoché impraticabile. Anche in Italia, l’aborto è un diritto spesso negato a causa dell’alta percentuale di obiettori di coscienza.

Limitare la libertà di scegliere o di non scegliere la maternità significa indurre le donne a trovare strade che danneggiano la loro incolumità; ne è la prova che nei Paesi in cui non esiste ancora una legge sull’aborto, la mortalità materna è per la maggior parte causata dall’interruzione di gravidanza. Si stima che ogni anno si verifichino nel mondo circa 25 milioni di aborti illegali a causa dei quali muoiono 39mila donne e se ne ricoverano 7 milioni per complicanze. 

È aberrante la ri-proposta di legge del Ministro Gasparri, all’esordio della nuova legislatura, di dare capacità giuridica all’embrione appena fecondato, modificando l’articolo 1 del codice civile. Un colpo che verrebbe assestato alla legge 194, determinando di fatto l’illegittimità dell’aborto volontario con conseguenze penali per la donna che lo sceglie e per il medico che lo esegue. Un disegno espressione di una cultura patriarcale e misogina che si perpetua e si inasprisce.

La scelta di Anne/Annie rappresenta un monito per non dimenticare il calvario di moltissime donne, per non tornare a un mondo che pensavamo di esserci lasciato alle spalle, per non abbassare la guardia perché, come diceva Tina Anselmi, firmataria tra l’altro della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, “le conquiste non sono perenni per il solo fatto di averle raggiunte, vanno sorvegliate e difese”

Opporsi con tutte le forze agli attacchi quotidiani ai diritti e alla libertà delle donne è un dovere civico e morale.

"Lotterò fino al mio ultimo respiro affinché le donne possano scegliere se essere madri o meno: la contraccezione e l'aborto sono un diritto fondamentale". (Annie Ernaux- Premio Nobel per la Letteratura 2022)

L'autore

Manuela Calza