E’ ancora fresco di stampa il romanzo epistolare A Penelope che prende la valigia, edito da Giunti, dove Cristina Manetti ci rivela che ha riempito la valigia con ventuno parole, scelte con molta cura. Parole che devono trasformarsi in fatti, lotte, impegni. Parole necessarie, preziose, da concretizzare nella vita.
«Mi piace l’idea del viaggio - spiega Cristina a sua figlia Penelope - anche perché è un modo di sistemare le cose col tuo nome. Che è bellissimo, ma che deve fare i conti con un mito troppo ingombrante. Ovvero l’Odissea, nientemeno». E giocando con il mito, Cristina immagina un rovesciamento di ruolo: per una volta è Ulisse, il famoso viaggiatore, a rimanere a casa e invece è Penelope a partire…
Coraggio, libertà, gentilezza, speranza, futuro, immaginazione, allegria, unione: queste sono soltanto alcune delle parole selezionate da Cristina. A ogni parola è dedicato un intero capitolo.
Tra le tante c’è anche la parola "sbagli". «Non bisogna - spiega Cristina alla figlia- scansare lo sbaglio, ma prenderlo per quello che è: una possibilità che si schiude, forse un’occasione di ripartenza. Considera ogni sbaglio come un passo avanti».
Il libro A Penelope che prende la valigia può essere anche studiato nelle scuole per sensibilizzare gli studenti su questi temi così importanti.
Il romanzo ha una copertina suggestiva e, all’interno, la grafica è originale. I disegni, che illustrano le pagine, sono particolarmente belli e impreziosiscono l’opera.
Il romanzo si può leggere tutto d’un fiato o un capitolo alla volta per poter riflettere sulla bellezza e il significato della parola scelta.
«E sai, Penelope - conclude Cristina Manetti - mi piace pensare che, al tuo ritorno, apriremo insieme la tua valigia e io ritroverò queste ventuno parole che ti ho sistemato per la partenza. Saranno le stesse e allo stesso tempo saranno diverse, plasmate, arricchite da tutte le tue esperienze, Sarà bello riprenderle una a una e vedere come sono cambiate».
Cristina Manetti è giornalista, Capo di Gabinetto della Regione Toscana, Presidente del Museo Casa di Dante, ideatrice del progetto Toscana delle donne contro la violenza e le discriminazioni di genere.