Politiche educative

14 giugno 2024

Ministro Valditara, dov'è il merito?

È giunta alla nostra redazione una lettera aperta di una docente di sostegno, indirizzata al Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, che continua a far parlare di sé. In particolare, durante il question time del 12 giugno nell’Aula di Montecitorio, ha affermato che i punteggi dei diversi percorsi abilitanti sono stati definiti dopo «un ampio confronto con i sindacati e il CSPI», affermazione del tutto falsa.

Tornando alla lettera, crediamo che per chi ci legge sia doverosa una contestualizzazione. In questo momento per conseguire il titolo di specializzazione nel sostegno, in Italia occorre passare per il TFA sostegno. Considerata la difficoltà per accedervi, a volte per la carenza dei posti in rapporto agli aspiranti, altre per la complessità stessa delle prove da superare, molti decidono di acquisire il titolo abilitante presso università estere, spesso private e/o online. Inoltre è fresca la decisione del Ministro Valditara di permettere l’inserimento “a pettine” dei docenti di sostegno che hanno ottenuto l’abilitazione all’estero nell’aggiornamento delle GPS: stando così le cose, questi si inseriranno con il proprio punteggio nelle graduatorie provinciali anche se il procedimento di valutazione del titolo conseguito ancora non si è svolto. La FLC CGIL ha espresso il proprio appoggio a tutti gli specializzati in Italia, che protestano contro questa decisione: sono in tanti, infatti, a rischiare di non vedersi assegnato un incarico perché scavalcati in graduatoria da chi ancora deve avere la convalida del titolo. E rischia proprio questo la docente che ci scrive, la cui lettera abbiamo il piacere di condividere con voi.
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Caro Ministro Valditara,

in pochissimi giorni è stato in grado di creare il disordine più totale in un ambito troppo delicato quale la scuola.

Il merito, ma che bella parola usata e abusata.

Le dico cosa credevo che il Merito significasse.

Credevo significasse che se scegli di iniziare in Italia un percorso di insegnamento sul sostegno, dovesse partire dal Concorso che indicono le Università pubbliche Italiane con tanto di Preselettiva, Scritto e Orale, dove va avanti chi raggiunge punteggi alti.

Credevo che chi avesse svolto un percorso con le “università farlocche” estere che fanno svolgere lezioni online ai propri studenti senza neanche un briciolo di esame conclusivo, non potesse passare avanti a chi un titolo se l’è sudato con un anno di frequenza in presenza. E credevo anche che le abilitazioni su materia dovessero essere erogate dalle università pubbliche e non dalle università private già citate. Credevo almeno che il punteggio attribuito tra chi un titolo se l’è sudato e chi lo ha acquisito solo pagandolo, sarebbe stato notevolmente differente.

Credevo che non si potesse giocare con le date di un bando di graduatorie GPS cambiandole all’ultimo momento per accontentare chi ha creato un business intorno a corsi di aggiornamento, master e abilitazioni su materia, chiaramente alimentato dal Ministero dell’Istruzione e del “merito”.

Credevo che oggi non bastasse “solo” un diploma preso 23 anni fa presso un istituto magistrale per fare di una persona un insegnante di sostegno qualificato e aggiornato.

Chi guarda da fuori questo spettacolo ormai diventato come quello di arlecchino e pulcinella, si chiederà se “lei è davvero del mestiere” oppure ancora una volta assistiamo ad un gioco di potere dove vince chi ha più soldi per diventare insegnate e dove vengono ancora una volta favorite le lobby delle università private?

L'autore

Redazione