La rivista

n. 1gennaio 2025

Il primo numero dell’anno.

La nostra rivista ha sempre dedicato gennaio alla memoria, per un motivo a tutti molto chiaro. Ricorre, peraltro, quest’anno un anniversario: il 27 gennaio di 80 anni fa l'Armata Rossa sovietica liberava il campo di concentramento di Auschwitz chiudendo uno dei capitoli più bui della storia del mondo. Nel 2019 pubblicavamo un monografico dedicato ai 100 anni di Primo Levi, simbolo per eccellenza dell’importanza della memoria, una pubblicazione quanto mai attuale per fermare la deriva della memoria, quella che già allora Levi riusciva a vedere nei giovani, quando affermava che in loro si era prodotta una “zona di faglia” e che era compito della scuola ricucire lo strappo tra presente e passato per salvaguardare il ricordo ma anche e soprattutto per produrre impegno civile e politico. Ma questo capitolo si è chiuso davvero? Lo stesso Levi ha detto «Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia». Ed è vero, serpeggia intorno a noi, fuori e dentro casa. La memoria della Shoah e delle leggi razziali va dunque sempre ravvivata soprattutto in questi tempi, mentre in molte parti d’Europa si riaffacciano movimenti che si richiamano al nazifascismo e alla sua ideologia “suprematista”.

Non molti giorni fa, il 7 gennaio, come ogni anno si è ripetuta a Roma la manifestazione di destra in via Acca Larentia in ricordo di tre militanti del Fronte della gioventù uccisi 47 anni fa: una commemorazione blindata con milletrecento saluti romani, milletrecento «Presente!», milletrecento braccia alzate. Dura un minuto, sessanta secondi che mettono i brividi perché trascinano il Paese indietro nella storia. In mattinata in quella stessa via si era svolta un'altra commemorazione, alla quale aveva preso parte anche il vicepresidente della Camera. In quella circostanza un contestatore ha urlato contro i manifestanti: "Viva la Costituzione italiana, viva la Resistenza!" ed è stato immediatamente fermato e identificato.

Di fronte a tutto questo ci sentiamo in dovere di fare una precisa scelta quest’anno e rendere omaggio alla memoria storica della Resistenza, parlando apertamente del rischio di vivere in un presente senza storia, nell’indifferenza più totale verso ciò che è stato e continua a ripetersi davanti ai nostri occhi. In questo presente la scuola, presidio di democrazia, ha e sempre dovrà avere per noi, un ruolo cruciale in questa partita. Vi consigliamo a tal proposito un film italiano, presentato alla Festa del Cinema di Roma e distribuito da dicembre su Netflix, “Il treno dei bambini”, un vero atto di recupero della memoria storica, ma anche un inno alla Resistenza. Ne abbiamo parlato nella sezione culturale del nostro sito.

Il primo numero dell’anno, tante cose da dire e da fare. “L’anno che verrà”, l’articolo di apertura con l’intervista alla Segretaria generale della FLC CGIL Gianna Fracassi, ne delinea un preciso percorso.

Sperando di essere di ispirazione a tutti voi, vi auguriamo buona lettura.
La foto di copertina è di Giovanni Carbone.

indice
Attualità

L'anno che verrà

Di Anna Maria Villari

Tra bilanci e obiettivi Gianna Fracassi traccia in un’intervista le priorità della FLC CGIL per il 2025.

Politiche educative

Dalla guerra della memoria alla guerra alla memoria

Di Dario Missaglia

Esiste una risposta al rischio reale di un presente senza storia e vissuto nell’indifferenza: una pedagogia della Resistenza, dell’antifascismo e della Costituzione.

Tempi moderni

Gli antifascisti intolleranti secondo Ricolfi. Qualche riflessione sul tema

Di Eliana Romano

Un’analisi sulla definizione di antifascismo, le sue implicazioni politiche e le sfide della memoria storica in Italia dalla fine degli anni Novanta ad oggi.

Dibattito pedagogico

Educazione civica e cultura del lavoro: nuove linee guida, sicurezza e sfide didattiche nella scuola

Di Arturo Campanella

Un nuovo percorso didattico per l’educazione alla cittadinanza: lavoro e sicurezza come pilastri formativi.

Ricerca bene comune

Esplodono le spese militari: dal Governo un bilancio di guerra

Di Alberto Silvani

La corsa agli armamenti plasma l'economia, la politica europea e i flussi migratori, mettendo alla prova il nostro futuro comune: un'analisi approfondita del rapporto tra spese militari, ricerca e conflitti geopolitici, in un’intervista a Paolo Maranzano, a partire dalla legge di bilancio 2025.