Le sottoscritte Organizzazioni esprimono con le seguenti considerazioni le linee di fondo che dovrebbero presiedere alla revisione degli Organi Collegiali scolastici da effettuarsi in conformità con i principi ispiratori dei Decreti Delegati del 1974.
I principi costituzionali della libertà di insegnamento, dell’universalità del diritto sociale all’istruzione da garantire in maniera uguale su tutto il territorio nazionale a prescindere dai confini territoriali delle autonomie locali, della partecipazione al governo della comunità scolastica intesa come comunità educante democratica, della libera creatività che si esprime nelle diverse opzioni metodologiche sono riferimento e presidio intangibile per ogni ipotesi di riforma degli organi di autogoverno della scuola.
Su questa base gli interventi vanno finalizzati alla creazione delle condizioni per ampliare la partecipazione dei soggetti interessati allo sviluppo e alla promozione dell’autonomia delle unità scolastiche a sua volta funzionale all’espressione del più elevato livello di qualità possibile del nostro sistema educativo di istruzione e formazione finalizzato al diritto all’apprendimento delle nuove generazioni e ad un’educazione democratica per la più ampia e profonda formazione del cittadino.
La rivitalizzazione e la valorizzazione degli Organi Collegiali sono strettamente connesse con il rilancio dell’autonomia delle unità scolastiche. Organi Collegiali ed autonomia sono infatti dimensioni inscindibili e la revisione degli uni non è concepibile senza il rilancio dell’altra.
L’autonomia scolastica è dettato costituzionale e in quanto tale necessita della creazione di un ambiente dove le relazioni fra le varie componenti della comunità educativa siano improntate al metodo democratico.
Pertanto, una comunità educante democratica non può fondarsi su un rigido rapporto gerarchico fra gli operatori scolastici che insieme agli studenti e alle famiglie sono protagonisti della relazione educativo-didattica. Da ciò la necessità di dare senso e pienezza all’autonomia organizzativa didattica di ricerca e sperimentazione come previsto dal DPR 275/99, norma istitutiva dell’autonomia scolastica.
In modo particolare la docenza deve essere nelle condizioni di esercitare l’autonomia di ricerca e di sperimentazione perché essa, nella singola scuola, si viva come comunità di pratiche, comunità che sedimenta esperienza che via via viene trasmessa nell’avvicendarsi delle generazioni e che sappia dialogare con la ricerca dell’istruzione superiore in materia di studi pedagogico-didattici e disciplinari.
Un nuovo protagonismo collegiale si deve fondare sulle seguenti caratteristiche:
Non va trascurata a questo scopo una formazione dedicata a tutte le componenti scolastiche sull’importanza e sui poteri degli organi collegiali.
Vanno ripensati composizione e funzionamento del Consiglio di Istituto, e funzionamento del Collegio dei docenti, del comitato genitori e delle relative assemblee, degli organismi studenteschi in relazione alla dimensione degli Istituti ormai diventati plurali per indirizzo e gradi di scuola, per numerosità di plessi e per estensione di territorio in modo da garantire la più ampia partecipazione democratica di tutte le componenti.
La libertà di insegnamento va rispettata e, in quanto valore costituzionale e garanzia fondamentale dello sviluppo della libertà nella società e nelle nuove generazioni, tutelata…
La costruzione di Organi collegiali, locali, regionali e nazionali potrà consentire l’istituzione a livello regionale di quegli organismi di garanzia che in precedenza erano insediati a livello nazionale e provinciale. In particolare, per quanto riguarda il CSPI, se ne deve rivedere la composizione per renderla più funzionale anche prevedendo una maggiore rappresentanza della componente elettiva. Lo sviluppo infatti di proficui e indispensabili rapporti con il territorio comporta anche la promozione di rappresentanze territoriali e democratiche delle autonomie scolastiche.
Al personale ATA va dato riconoscimento del suo ruolo attraverso la valorizzazione partecipativa di diritto del DSGA al Consiglio di Istituto oltre che del personale eletto.
Ogni processo di riforma ha bisogno di tempi congrui, coerenti con la complessità della tematica che non a caso non è stata affrontata da 50 anni a questa parte e che da venticinque anni dalla riforma autonomistica attende di tornare al centro del dibattito.
Ogni intervento semplificatorio, che prescinda dal coinvolgimento e dal confronto con tutte le soggettività e sensibilità della più vasta comunità sociale e civile, è destinato al fallimento giacché la scuola è fatta, innanzitutto, di persone ed è destinata alla persona.
I soggetti istituzionali, gli enti locali, le forze sociali, le associazioni professionali, i docenti, gli studenti, i genitori, il personale dirigente e ATA dovranno essere attori primari, di discussione e proposta, dal momento che qualsivoglia cambiamento sarà affidato alle loro intelligenze e al loro lavoro e su quelle intelligenze e su quel lavoro dovrà necessariamente camminare.
Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil (FLC CGIL)
Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC)
Centro Iniziativa Democratica Insegnanti (CIDI)
Movimento Cooperazione Educativa (MCE)
Proteo Fare Sapere
Rete degli Studenti Medi (RdS)
Unione degli Studenti (UdS)
Coordinamento Genitori Democratici (CGD)