La rivista

Politiche educative

PER UNA NUOVA PARTECIPAZIONE NELLE SCUOLE

I decreti delegati rappresentano un momento cruciale della storia del sistema educativo italiano. Con la loro entrata in vigore, oltre cinquant’anni fa, la scuola italiana intraprendeva un cammino di democratizzazione e partecipazione che mirava a coinvolgere famiglie e studenti nella gestione scolastica. Introdotti a partire dal 1974, con la Legge 382/1974 questi decreti sono stati concepiti per trasferire parte delle competenze decisionali in ambito scolastico dalle autorità centrali a quelle locali, favorendo una maggiore autonomia delle scuole e una gestione più diretta da parte delle Comunità educative. La loro funzione era quella di dare alle scuole strumenti concreti per rispondere meglio alle esigenze locali, migliorare la qualità dell’istruzione e incentivare una partecipazione attiva di docenti, studenti e famiglie alla vita scolastica.

A cinquant’anni dalla loro nascita c’è la necessità di una riflessione approfondita sul ruolo degli Organi Collegiali nelle scuole italiane, evidenziando le difficoltà e le contraddizioni emerse nel corso del tempo.

In primo piano, la disparità tra l’intento originario di questi organi – ovvero favorire la partecipazione nella gestione della scuola e costruire una comunità educante fondata sulla collaborazione tra docenti, genitori e altre componenti scolastiche – e la realtà, che ha visto la loro riduzione a strumenti burocratici, incapaci di incidere effettivamente sulla vita scolastica. Siamo di fronte, oggi, a una stagnazione di questi Organi nel contesto di un sistema scolastico in evoluzione: l’attribuzione dell’autonomia scolastica, nata con l’intento di ridare alle scuole gli strumenti per poter riorganizzare autonomamente l’intero sistema di istruzione rafforzando il ruolo centrale della scuola, l’inclusione dei disabili, la digitalizzazione e altre riforme hanno modificato profondamente il panorama educativo, senza però rinnovare sostanzialmente le modalità di partecipazione degli attori scolastici nelle decisioni.

Gli Organi Collegiali dei decreti delegati non sono sufficientemente flessibili per affrontare pienamente le trasformazioni della società contemporanea. Questo ha contribuito a un progressivo disinteresse nei loro confronti, non più visti come strumenti di cambiamento, ma come entità formali e poco influenti.

I motivi possono essere semplificati in tre punti.

Al primo posto l’evoluzione delle esigenze educative: il contesto educativo e sociale è profondamente cambiato dal 1974 a oggi. Le sfide legate alla digitalizzazione, alla globalizzazione, all’integrazione delle diversità culturali e alla necessità di un’educazione sempre più inclusiva richiedono un sistema normativo che sia capace di adattarsi a queste nuove esigenze.

In secondo luogo la burocrazia eccessiva: sebbene gli Organi Collegiali dovessero alleggerire la gestione amministrativa, spesso hanno contribuito a un aumento delle procedure burocratiche. La continua crescita di normative, adempimenti e regolamenti ha generato un sistema scolastico dove, mentre al centro dovrebbe esserci il processo educativo, si finisce per essere travolti dalle richieste formali e dalle pratiche amministrative.

Terza questione il ruolo delle famiglie e degli studenti: i decreti delegati avevano l’obiettivo di coinvolgere attivamente famiglie e studenti nel processo educativo. Tuttavia, la partecipazione della comunità è rimasta solo formale, con poco impatto sulla gestione e sulla pianificazione educativa. Un aggiornamento degli Organi Collegiali dovrebbe prevedere forme di partecipazione più strutturate e incisive, che consentano a famiglie, docenti e studenti di essere effettivamente coprotagonisti del cambiamento.

Per uscire da questa situazione d’impasse e per un rilancio della partecipazione scolastica è necesssaria una riflessione profonda e una rinnovata attenzione verso i valori democratici della nostra Costituzione. È necessario un cambiamento profondo. Non si tratta di cercare soluzioni semplicistiche, ma di creare un sistema che sappia valorizzare tutte le componenti della comunità scolastica e rafforzare il legame tra scuola e territorio, rendendo la partecipazione un elemento strutturale e non accessorio della vita quotidiana delle scuole.

Per rendere gli Organi Collegiali più dinamici e in grado di rispondere alle esigenze di una scuola in evoluzione, è possibile proporre alcune azioni concrete:

  • Rivedere i processi decisionali per renderli più snelli e partecipativi. Rafforzare l’autonomia scolastica, ma con una governance più trasparente e inclusiva. Il sistema di governance dovrebbe essere meno burocratico e più orientato alla trasparenza e alla collaborazione tra i vari attori.
  • Coinvolgere gli studenti rendendo paritaria la componente con quella dei docenti e dei genitori nella secondaria superiore. Questo può aiutare a sviluppare un ambiente scolastico più partecipativo e a rispondere meglio alle reali esigenze degli studenti.
  • Rafforzare la collaborazione con l’esterno: ampliare la collaborazione con enti locali, associazioni culturali, e altre realtà esterne alla scuola per stimolare l’integrazione di esperienze e risorse innovative. Prevedere la presenza di un rappresentante degli enti locali o dell’ente locale proprietario come membro di diritto del Consiglio d’istituto.
  • Valutare periodicamente gli Organi Collegiali: stabilire momenti di valutazione periodica sulla loro efficacia, con la possibilità di apportare modifiche e miglioramenti in base ai risultati ottenuti.

Queste azioni possono contribuire a rendere gli Organi Collegiali più proattivi e in sintonia con un sistema scolastico che cambia rapidamente, facendo emergere idee fresche e orientate al futuro.

Per favorire la partecipazione dei genitori è fondamentale che siano previsti permessi lavorativi sia nel pubblico che nel privato per i genitori eletti che devono partecipare agli incontri. Questo favorirebbe la partecipazione di quei genitori che lavorano e che oggi, a differenza del ’74, sono, nella maggioranza dei casi, entrambi.

L'autore

Esther Flocco

Presidente nazionale AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici)