Il mondo non ha mai smesso d’essere in guerra. Apriamo così questo numero che viene concepito e vede la luce in un periodo ricco di avvenimenti e ricorrenze che abbiamo provato, a modo nostro, a ricordare: i cinquant’anni dalla strage di Piazza della Loggia, i cento anni dall’omicidio Matteotti, i quarant’anni dalla morte di Enrico Berlinguer, i cento anni dalla nascita di Danilo Dolci. Questi eventi hanno tutti in comune qualcosa: i loro protagonisti. Cittadini, militanti, politici, che hanno fatto della ricerca del bene comune e della cura della casa della democrazia la loro missione di vita. Loro che la guerra l’hanno vista o subita e che hanno fatto delle loro convinzioni l’arma principale per il cambiamento, per un futuro di diritti e pace, senza l’ombra di autoritarismi e conflitti.
Eppure eccoci qui. Siamo in quel futuro e lo scenario è, sinceramente, desolante. Il mondo è in guerra, di nuovo vorrei dire, ancora invece dico, perché la guerra non abbiamo mai smesso di farla, e a raccontarcelo in apertura è Paolo Maranzano, autore, insieme ad altri, dell’e-book Economia a mano armata 2024, un interessante volume realizzato da Sbilanciamoci! e Greenpeace che analizza i meccanismi che alimentano le guerre e la militarizzazione, con un focus sulle conseguenze economiche e sociali. Il clima d’odio che si respira nei nostri cieli, nelle nostre istituzioni, nei luoghi che dovrebbero essere di partecipazione, nelle scuole, è figlio di questa guerra perpetua e dei rigurgiti fascisti che, in più parti del mondo ormai, vogliono intermediare, censurare, spegnere il pensiero e favorire la divisione. La guerra, da sempre grande amplificatore, alimenta anche il fuoco del lavoro minorile: una piaga invisibile che continua ad infettare il mondo, un altro argomento di cui ci siamo voluti occupare in questo numero.
Un grande storico dell’arte, Erwin Panofsky, ha scritto riferendosi agli intellettuali, che chi ha il privilegio di abitare nella torre d’avorio deve rammentare che quella è anche una torre di guardia. E che ogni qualvolta avverta un pericolo per la vita o la libertà, ha l’opportunità, o anche il dovere, non solo di segnalare “lungo la linea da cima a cima”, ma anche di gridare, nella flebile speranza di essere ascoltato, a quelli che stanno a terra e dare l’allarme.
All’indomani del voto per le elezioni Europee, per cui si sta ancora svolgendo lo spoglio in alcuni Paesi, lo scenario può farsi ancora più desolante e sarebbe bello pensare che si stia parlando solo dell’assenteismo ai seggi (in Italia è andato a votare meno di un elettore su due, è il dato peggiore mai registrato nella storia repubblicana, male anche negli altri Paesi). La cosa peggiore è che il risultato di queste elezioni potrebbe minare ancor di più quell’instabilità geopolitica che già stiamo vivendo e alimentare il fuoco del conflitto armato e del terrorismo, delegittimando valori come l’antifascismo, il diritto di espressione, il diritto di voto e tutti quei diritti così faticosamente conquistati e per difendere i quali quei protagonisti di cui parlavo all’inizio hanno dato la vita.
È il momento, dalla nostra torre di guardia, di dare l’allarme.
Ci auguriamo di essere d’ispirazione per tutti voi. Buona lettura.
Il rapporto "Economia a mano armata 2024” offre una prospettiva storica e scientifica sulla militarizzazione mondiale. Dall’intreccio di spesa militare, interessi economici e crisi geopolitiche, emerge un quadro allarmante ma anche una chiara necessità di un dibattito pubblico sull’argomento.
Relazione del Segretario Generale FLC CGIL Nazionale all'Assemblea Generale Straordinaria che si è tenuta a Brescia il 27 e 28 maggio 2024.
Dolore, militanza e dovere di testimonianza si intrecciano nel ricordo della strage di Piazza della Loggia. Un ricordo che ci obbliga ogni giorno a impegnarci per la democrazia, mai garantita, e per la difesa della Costituzione contro ogni forma di autoritarismo e intolleranza.
Cinquant’anni fa la rivoluzione nella scuola con i decreti delegati, senza i quali la stagione del riformismo pedagogico e didattico degli anni Ottanta e Novanta, che tanto peso ha avuto sulla struttura attuale del sistema scolastico italiano, non si sarebbe avviata.
Un uomo, un secolo di vita, un'infinita dedizione alla trasformazione sociale. Nel centenario della sua nascita riflettiamo sul suo straordinario impegno nell'affrontare le ingiustizie e promuovere il cambiamento attraverso l'educazione e l'azione comunitaria. Il suo lavoro ispira ancora oggi coloro che lottano per un mondo più equo e solidale.
Relazione introduttiva del presidente nazionale Proteo Fare Sapere al Convegno "Dal merito al diritto all'istruzione", che si è tenuto a Roma il 12 aprile 2024.
L’allarme dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro: 160 milioni di bambini in tutto il mondo sono al lavoro invece che a scuola. Fondamentale che governi e sindacati si battano per mettere al primo posto i diritti dei più piccoli.