Cultura

24 novembre 2021

La violenza subdola contro le donne

Decenni di conquiste e affermazioni delle donne in tutti i campi anche quelli tradizionalmente maschili, hanno solo in parte attenuato la disparità di genere che caratterizza la nostra società.

I pregiudizi, le resistenze, le posizioni di comodo degli uomini sono fattori contro i quali continuare a combattere una battaglia culturale senza tregua, per sanare le disuguaglianze storiche che costringono le donne ad avere meno potere e meriti inferiori o marginali.

Il convincimento di stare dalla parte giusta ed evoluta del pensiero, condannando le differenze prima ancora di coglierle nella loro interezza, è il fenomeno più diffuso in chi vede ormai anacronistica la partita del riequilibrio di genere: in realtà ogni donna sa perfettamente, e lo vive sulla pelle, che crescere libera nelle decisioni e forte della propria autosufficienza vuol dire stare sotto una perenne ed estenuante osservazione.

Il percorso maschile è visto nella sua interezza, come un susseguirsi di eventi meritevoli causa-effetto che hanno portato al successo, in cui l'errore è assolto nel risultato. Quello femminile è analizzato con la lente di ingrandimento, soppesato da condizioni, collegato ad altro, criticato nel cedimento, sottoposto a giudizio finale e sempre in attesa di ulteriore conferma.

Le donne sono esposte, gli uomini no: alle donne si chiede il perché di una scelta personale se questa è una sottrazione rispetto agli stereotipi dominanti. Agli uomini no, loro non “mancano di qualcosa” e l'obiettivo raggiunto è il coronamento di una unità con la quale si guadagnano il riconoscimento sociale.

L'affermazione femminile come volontà e autodeterminazione trova scarsa accoglienza se non in una accezione compensativa di rinuncia all'identità rappresentata: la regia di una visione conservatrice entra nel privato della donna di successo, ne giudica l'aspetto poi cerca  fallimenti affettivi, solitudini, relazioni deboli per esibire prima l'incompletezza quindi il merito che da lì deriva, come patetica giustificazione a freno di una libertà potenzialmente pericolosa. 

Sono discriminazioni interiorizzate e trasversali che necessitano delle reazioni decise e consapevoli di tutti e tutte, per invertire il paradigma sociale e non cedere alla logica assoggettata ad un conformismo fuori dal tempo.