Attualità

15 febbraio 2022

L’ansia da matematica nei giovani: un problema globale

L’ansia da matematica sembra essere ormai un fenomeno globale, lo ha scoperto una recente ricerca canadese. E supera barriere linguistiche e geopolitiche.

Si manifesta sostanzialmente ovunque. L’ansia da matematica è perfino contagiosa, e si propaga nella stessa classe o nello stesso istituto scolastico. “Avendo scoperto che lo stato emotivo di un gruppo di coetanei può avere effetti sulle conoscenze matematiche, è importante per insegnanti, genitori e decisori politici non solo essere consapevoli delle capacità o dello stato emotivo ma del contesto in cui essi studiano”, afferma Nathan Lau, dell’Università dell’Ontario, che ha guidato la ricerca. Molti fanno esperienza di disagio quando si confrontano con un problema matematico. Alcuni sperimentano perfino un disagio fisico. In breve, è la prova che l’ansia da matematica ha un impatto negativo sul profitto in matematica e può influenzare l’esperienza e l’interazione col mondo.

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Per comprendere meglio i fattori contestuali che alimentano l’ansia da matematica, Lau e i suoi colleghi hanno raccolto dati da un campione enorme di 1.175.515 studenti che hanno partecipato a tre grandi ricerche internazionali. La ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (Disentangling the individual and contextual effects of math anxiety: A global perspective, https://www.pnas.org/content/119/7/e2115855119), ha scoperto che gli studenti di Paesi con i più alti livelli di ansia da matematica tendono a confermare i voti più bassi in matematica. L’indicatore più forte dell’ansia da matematica era riferito a come studenti bravi percepissero i loro insegnanti di matematica: quelli con minore fiducia negli insegnanti tendevano a sentirsi più ansiosi. Una enorme quantità di compiti a casa e il coinvolgimento dei genitori nel portarli a termine contribuivano anch’essi a favorire e sviluppare l’ansia da matematica, ma in misura minore. Quasi nella metà dei Paesi non è solo il livello individuale in matematica degli studenti che ne predice il profitto ma anche quello dei compagni, un fattore che è emerso come accettazione culturale di situazioni incerte. 

“Sembra che quanto più rigida o meno accettabile una cultura si pone rispetto all’incertezza tanto più basso è il profitto di questi coetanei”, dice Lau. “Non sappiamo se vi sia una relazione causale, ma un’ipotesi è che gli insegnanti abbiano un modo più organizzato di insegnare la loro materia in questi Paesi. Forse, i ragazzi con ansia da matematica preferiscono che vi siano meno sorprese, come quella di essere chiamati ad un’interrogazione o a risolvere un problema alla lavagna”. La professoressa Margaret Brown, presidente del Maths Anxiety Trust, afferma: “la ricerca mostra per la prima volta che l’ansia da matematica non è solo un fenomeno individuale che colpisce il profitto, ma si collega fortemente con altri fattori contestuali, come la fiducia nel proprio insegnante, la fiducia dell’insegnante nella padronanza della materia e la quantità di compiti a casa con il corollario del coinvolgimento dei genitori nel portarli a termine”. Inoltre, prosegue la presidente, “è significativo che l’ansia da matematica possa variare tra Paese a Paese. I risultati dell’Inghilterra suggeriscono che i nostri studenti delle secondarie siano tra quelli più gravemente colpiti dall’ansia da matematica e che gli effetti dei fattori sia intrascolastici che famigliari sono particolarmente forti. Ciò ci fornisce la prova che il profitto in matematica in Inghilterra si possa migliorare cambiando il curriculum in matematica, l’insegnamento e il sistema degli esami, così che questi ultimi riescano a causare meno stress su studenti, insegnanti e genitori”.

Il professor Denes Szucs, vicedirettore dell’University of Cambridge’s Centre for Neuroscience in Education, sostiene che “questa ricerca conferma alcune delle cose che noi già sappiamo sull’ansia da matematica, ma con l’uso di un campione gigantesco”. Il suo team ha di recente intervistato 1700 studenti britannici e ha scoperto che la percezione della matematica è più complessa rispetto alle altre materie e che anche gli insegnanti giocano un ruolo decisivo, dal momento che gli studenti colpiti da ansia da matematica testimoniano di percepire difficoltà per quanto concerne le diverse metodologie di insegnamento della matematica. “Il grande problema è cosa fare”, dice Szucs. A livello individuale egli raccomanda di cercare di distinguere la sensazione dell’ansia dal profitto. “La nostra indagine sugli studenti britannici dimostra che la gran parte degli studenti affetti da ansia da matematica in realtà non vanno proprio male dal punto di vista del profitto, anzi. Il fatto è che in ogni caso essi avverto il peso dell’ansia proprio sulla matematica. Forse la traggono come una sorta di contagio in famiglia o in classe, ma si tratta di un’ansia da cattivo profitto”.

Ma cos’è l’ansia da matematica?

Si definisce ufficialmente ansia da matematica “una sensazione di tensione e di ansia che interferisce con la manipolazione dei numeri e con la soluzione dei problemi matematici in una enorme varietà di situazioni, sia nella vita quotidiana che a scuola”. Si ritiene che una grave ansia da matematica colpisce tra il 2 e il 6 per cento degli studenti britannici delle scuole superiori secondarie, anche se uno studio rileva che un terzo degli studenti britannici fa “notevole esperienza” di ansia da matematica, mentre il 19% ha la tendenza all’ansia ma non mostra segni chiari di disturbo. Le studentesse tendono a esprimere più ansia da matematica rispetto ai maschi, ma alcune ricerche confermano che questo gender gap non si manifesta prima dell’adolescenza. L’ansia da matematica va separata dalla discalculia, che è una difficoltà cognitiva persistente e specifica a comprendere i numeri, anche se talvolta le due condizioni si sovrappongono.

L’ansia da matematica, infine, non si collega necessariamente al profitto in matematica. Una ricerca del 2018 ha scoperto che il 77% degli studenti con alta ansia da matematica otteneva buoni risultati ai test di matematica. Tuttavia, essa può limitare i risultati in certe situazioni e contesti. Una possibilità è che le preoccupazioni e il pensiero di non farcela possano accentuare l’ansia da matematica fino a limitare le risorse cognitive necessarie alla soluzione dei problemi matematici. È un evidente grido d’allarme che ci giunge da studiosi di rango e da una ricerca estremamente sofisticata e complessa. Dovremmo rifletterci in Italia, dove spesso tendiamo a mascherare i problemi cognitivi delle nuove generazioni e l’ansia da matematica con la formula “tanto è portato per altre materie”. Non è così. Una maturazione collettiva e pubblica del problema potrebbe intervenire anche sulla formulazione delle prove Invalsi, ad esempio, rimettendone in discussione forme, funzione e fini. La salute cognitiva dei nostri ragazzi passa anche attraverso la consapevolezza che ormai l’ansia da matematica esiste ed è un peso.

L'autore

Pino Salerno