La discriminazione di genere ha radici profonde nella storia dell'umanità e ha influenzato le strutture sociali, politiche ed economiche di molte civiltà. Le donne sono state per tanto tempo relegate a ruoli subordinati rispetto agli uomini e per altrettanto tempo non è stato permesso loro di parlare, di pensare, di studiare, di lavorare. Quando hanno provato a distinguersi, elevarsi, in un qualsiasi ambito, il loro apporto è stato quasi sempre cancellato, minimizzato o attribuito ad un uomo. E questo ha avuto delle conseguenze disastrose sulla proiezione che le ragazze e le donne hanno avuto nel tempo delle loro capacità. Abituate ad uno stereotipo antico e soprattutto infondato che le voleva zitte, sempre un passo dietro a un uomo, a prendersi cura della casa e della prole, hanno pensato a lungo che la loro sorte sarebbe stata quella per sempre. E, ancora oggi che molti stereotipi sono stati abbattuti, alcuni aspetti sono ancora un tabù. La scienza, ad esempio. Ancora oggi, si pensa che una donna sia meno portata, meno, brillante, di un uomo nelle discipline tecnico-scientifiche. Un gap che investe l’Italia e l’Europa e che porta le ragazze, già dal loro percorso scolastico, in cui troppo spesso sono assenti modelli a cui ispirarsi, a indirizzarsi verso lo studio di materie umanistiche, considerate più “da donna”.
Il libro Scienziate visionarie, 10 storie di impegno per l’ambiente e la salute, scritto a quattro mani da Cristina Mangia e Sabrina Presto, racconta la storia di dieci incredibili donne che hanno dedicato la propria vita alla salvaguardia del nostro pianeta e della salute pubblica: Donella Meadows, la scienziata “del limite”, con una visione di un mondo sostenibile ben precisa, in cui la popolazione non può crescere senza limiti e lo sfruttamento delle risorse naturali deve avvenire a una velocità almeno uguale, se non minore, a quella di rigenerazione delle stesse; Alice Hamilton, la madre della medicina occupazionale, che spenderà parte della sua vita a indagare le malattie professionali in fabbrica; Sara Baker, la donna che rivoluzionò la salute pubblica negli Stati Uniti (e nel mondo) creando programmi di prevenzione e che salvò più di 90mila bambini; Alice Stewart, dottoressa che scoprì gli effetti nocivi delle radiazioni in gravidanza e che di fatto ha influenzato tutta la radiologia moderna; Katsuko Saruhashi, nota per i suoi studi sugli effetti della radioattività nella geochimica marina, con una visione molto chiara, quella che gli scienziati e le scienziate non si devono dedicare solo al mondo della ricerca, ma devono partecipare al dibattito pubblico sui pericoli delle loro scoperte; Rachel Carson, la madre dell’ambientalismo americano, la prima a prevedere con forte anticipo gli effetti delle tecniche in agricoltura e la prima a denunciare pubblicamente i danni inferti alla natura da fenomeni come la deforestazione e l’incontrollato intervento dell’uomo sull’ambiente; Beverly Paigen, scienziata e attivista ambientale pioniera, nota per il suo incredibile lavoro sul sito del disastro di Love Canal; Lynn Margulis, la principale sostenitrice moderna del significato della simbiosi nell'evoluzione, prima a riconoscere il ruolo cruciale dei batteri, fino a quel momento visti come il nemico dell’umanità, nell’evoluzione della specie; Suzanne Simard, la scienziata delle foreste, che ha studiato e studia ancora l’interconnessione tra alberi e piante svelando i meccanismi di comunicazione nel mondo vegetale; Wangari Maathai, ambientalista e attivista, prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per la pace per “il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace”. Donne nate e cresciute in luoghi diversi e in epoche diverse, tutte visionarie, tutte con la stessa fame di conoscenza, tutte convinte di dover uscire fuori dai loro laboratori, tra le persone e la natura.
Un libro visionario che può scuotere le menti di tutti, delle giovani generazioni, in particolare delle ragazze, affinché possano avere dei reali modelli a cui ispirarsi e possano convincersi di realizzare qualsiasi cosa sognino, degli educatori ed educatrici, che possano lavorare su valori diversi e ispirare le menti dei loro studenti, e degli uomini, per offrire loro una prospettiva diversa, che forse non conoscevano.
Cristina Mangia, Sabrina Presto, Scienziate visionarie, 10 storie di impegno per l’ambiente e la salute, Bari, edizioni Dedalo, 2024. Pp. 160, € 17,00.
Cristina Mangia è ricercatrice al CNR, presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima di Lecce. Si occupa di inquinamento atmosferico e salute. È stata presidente dell’Associazione Donne e Scienza e ha ricevuto il premio “Wangari Maathai. Donne Pace e Ambiente”.
Sabrina Presto è ricercatrice al CNR, presso l’Istituto di Chimica della Materia Condensata e di Tecnologie per l’Energia di Genova. Si occupa di materiali e processi per la produzione di energia pulita. Fa parte del direttivo dell’Associazione Donne e scienza.