Scienza e ricerca devono essere strumento di pace, progresso e apertura. Proporne un uso sanzionatorio va fuori dallo “spazio comune di ricerca” che è parte dei trattati dell’Unione Europea.
Dal mondo della scienza un appello alla pace per una guerra ingiusta e priva di senso che porterà solo degrado e mancanza di prospettive positive.
Il “secolo breve” si sta rivelando più lungo del previsto. Come può reagire la scuola di fronte ad un conflitto armato acceso nel cuore dell’Europa?