Un’intervista a Daniele Archibugi sul suo volume appena uscito “Maestro delle mie brame. Alla ricerca di Federico Caffè”.
Scienza e ricerca devono essere strumento di pace, progresso e apertura. Proporne un uso sanzionatorio va fuori dallo “spazio comune di ricerca” che è parte dei trattati dell’Unione Europea.
La capacità resiliente del sistema ricerca italiano ha già avuto modo di esprimersi. Ma non basta. Serve una politica che sostenga in maniera armonica le diverse componenti del sistema con una priorità oggettiva sulle risorse umane.
Continua il dibattito sulla percezione e la comunicazione della scienza nella società.
La grande opportunità del PNRR e la necessità di prevedere nel bilancio ordinario le risorse necessarie alla ricerca.
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza la ricerca trova posto all’interno della “quarta missione”, insieme all’Istruzione.
Stabili gli studi "dirompenti" e originali, in crescita il "rumore di fondo" dei lavori che "incrementano" le ricerche precedenti. L'organizzazione e i finanziamenti della ricerca, i meccanismi di valutazione e i percorsi burocratici tra le cause che intralciano la curiosità scientifica, l'approccio multidisciplinare e le sperimentazioni.
Il centenario, un'occasione per riflettere non solo del ruolo del Consiglio e della sua identità, ma dell'organizzazione, del coordinamento e del finanziamento della ricerca italiana e della sua collocazione internazionale. Il rapporto con l'università e la motivazione dei ricercatori.
La fotografia della situazione italiana attuale attraverso l’analisi intrecciata della Relazione sullo stato della Ricerca del CNR e del Rapporto OCSE 2024 sulla rappresentazione dell’economia.